La tappa odierna del Giro d’Italia arriverà a L’Aquila e attraverserà l’Abruzzo, partendo dalla costa. Una tappa, però, a differenza di quella dello scorso anno, che non prevede salite o scenari come quello dello scorso anno di Campo Imperatore. Un’occasione persa per ammirare ancora una volta le montagne del Gran Sasso ancora abbondantemente innevate.

LA TAPPA DI OGGI

Dopo tanti giorni dedicati ai velocisti e un’occasione per gli attaccanti, il Giro d’Italia riparte oggi con una tappa abbastanza mossa da Vasto a L’Aquila (185 km). La prima parte si sviluppa lungo il mare fino a Ortona, per poi affrontare tutta una serie di ondulazioni nell’entroterra che comprende le salite di Ripa Teatina e Chieti. L’unico GPM di giornata sono le Svolte di Popoli (di seconda categoria), prima dell’altopiano abruzzese che porta a l’Aquila. Dopo il GPM si raggiunge il capoluogo tramite strade diritte e in leggera pendenza, attraversando nel finale le zone colpite dal terremoto dell’aprile 2009.

Lasciata la SS 17 ai -9 km dall’arrivo, si affronta la salita di via della Polveriera, con pendenze attorno al 5-6% e punte del 9%. Una discesa in città verso il Castello e un passaggio cittadino articolato porteranno ad affrontare l’ultima picchiata (in parte all’interno dell’abitato), che termina con una svolta secca verso destra ai 2 km dall’arrivo. A 1500 m la strada inizia poi a salire. L’ultimo km ha una pendenza attorno al 7% con una punta dell’11%, poche centinaia di metri prima di immettersi nel rettilineo finale. La retta di arrivo misura 450 m (larghezza 7 m) in ascesa al 7% su asfalto.

L’ANNO SCORSO ARRIVO A CAMPO IMPERATORE

Nel 2018 era stato Simon Yates, già maglia rosa, a conquistare la nona tappa del Giro d’Italia da Pesco Sannita a Campo Imperatore di 225 km.

Il forte corridore Fausto Masnada aveva tentato l’azione solitaria, ma le pendenze importanti (punte al 13%) e il forte vento contrario sono risultate avverse all’eroico corridore dell’Androni, che è stato riassorbito dal gruppo dopo 222 km di fuga. A 3mila metri dall’arrivo si è accesa così la gara tra i big della classifica generale. Aru ha perso subito terreno, Froome a ceduto a un chilometro e 600 metri dall’arrivo e a spuntarla alla fine è Simon Yates, che nel finale ha avuto più gambe di Pinot, Chaves e Pozzovivo, consolidando la maglia rosa e aumentando il divario sugli inseguitori.

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