Siamo in quella fase dell’anno che va dalla fine di agosto agli ultimi giorni di ottobre in cui nelle valli delle nostre montagne riecheggiano strani versi emessi da parte di un non precisato animale.
In realtà come sanno la gran parte degli abitanti dei paesi del Parco e i tanti ospiti che ci visitano in questa stagione non si tratta altro che del verso (che si chiama bramito) dei maschi di cervo che con intense sfide “canore” cercano di prevalere sui concorrenti per potersi poi accoppiare con le femmine.
Questi bramiti così cupi e strozzati, ma anche musicali ed evocativi grazie agli echi favoriti dal silenzio e dall’aria pulita della notte (è proprio di notte che i cervi bramiscono maggiormente) giungono fino alle porte dei paesi dove spesso qualcuno li percepisce.
Ed ecco allora che le persone che non hanno esperienza diretta spesso confondono il bramito del cervo con … il verso dell’orso allarmandosi e allarmando senza motivo le persone che vivono in quel posto.
Abbiamo assistito in questi giorni e in particolare sui social network ad animate discussioni su orsi prossimi ad alcuni paesi del Parco e degli imminenti percoli derivanti da questa presenza. Ci preme precisare ancora una volta che:
1) l’orso bruno marsicano non costituisce un pericolo per l’uomo. Nei casi in cui venga rilevata la presenza di un orso nei pressi di centri urbani occorre non disturbarlo, non mettersi sulla sua strada facilitando così il suo allontanamento. Subito dopo segnalare al Parco (numero di emergenza 800.337499) o ai carabinieri forestali l’accaduto.
2) L’orso emette molto raramente un verso che si chiama ruglio e che l’uomo può percepire sono se è vicinissimo all’animale di conseguenza le possibilità di ascoltare il verso di un orso sono praticamente nulle.
Pertanto tutti versi che in questo periodo vengono ascoltati in montagna e nei pressi dei paesi sono sempre riferibili al cervo.