In molti, in questi ultimi giorni, hanno pensato o dedotto che la Sezione CAI dell’Aquila fosse uscita dall’organizzazione del Festival/Festa della Montagna a causa delle polemiche sulla presunta politicizzazione dell’evento, basata su riferimenti al turismo storico predappiano e al gerarca aquilano Adelchi Serena.
Vincenzo Brancadoro
Intendiamo mettere un punto fermo, poiché il Club Alpino, da me rappresentato, non fa e non farà alcuna polemica politica. Non è nel nostro DNA; non è nella nostra storia; non è nelle nostre intenzioni e nelle nostre corde, anche se, nostro malgrado, siamo stati costretti a spiegare la nostra posizione e le nostre scelte.
Il CAI, effettivamente, non è mai entrato nel Comitato organizzatore quando, già dal mese di giugno, si sono palesate profonde divergenze sulla impostazione della manifestazione. La promozione della cultura dell’alpinismo e la tutela dell’ambiente montano, fari del nostro agire, risultavano troppo poco considerati.
Il mancato coinvolgimento nel comitato organizzatore dell’associazione Gran Sasso Anno Zero, reso pubblico nel mese di agosto, ha sollevato in molti nostri Soci più di una perplessità, se non per altro perché è sempre un errore disperdere il patrimonio di esperienze dei fondatori di un evento.
Con questa associazione ci sono state molte occasioni per discutere anche duramente, anche perchè, in tutte le passate edizioni del Festival, da loro curate, il Club Alpino è stato sempre marginalizzato, così come lo è stato anche in questa occasione. Appare evidente che il CAI sia stato visto come un “vestito buono” da indossare nell’occasione, da riporre in armadio subito dopo l’uso. Però Voltaire diceva «Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo», e questo è un punto fermo del vivere civile.
Il CAI desiderava e sempre di più desidera la realizzazione di un grande appuntamento internazionale, tematico, che possa vedere le migliori forze della Città in campo, unite in uno sforzo condiviso.
Lavoreremo con l’Amministrazione comunale e con chi ne abbia competenza, per creare condizioni favorevoli affinché, già dal 2020, sia possibile realizzare un evento di largo respiro, inclusivo, plurale, di altissimo livello, nel quale il Club Alpino possa avere finalmente il ruolo che merita, magari da regista. Un evento che veda la Montagna protagonista, con le sue tante anime, le sue eccellenze in ogni campo. La Montagna come bene da tutelare e mantenere integro per i nostri figli. Come sempre: lontani dalle polemiche e vicini alle Istituzioni. Preciso che ho avuto personalmente modo di apprezzare, nel post-sisma, la volontà e la forza messe in campo dal Sindaco Biondi, sul territorio di Villa Sant’Angelo: sono convinto che tali doti possano sostenere, in futuro, una rinnovata Festa della Montagna magari ricompresa nella Giornata Internazionale della Montagna tanto cara al CAI.
Se questo non sarà possibile, continueremo ad agire per l’accompagnamento e la formazione in alpinismo, scialpinismo, escursionismo, speleologia, cicloescursionismo, come anche nell’azione culturale, dando spazio alle grandi tematiche che riguardano il nostro ambiente naturale e la montagna in particolare, con i nostri Rifugi come presidi di Cultura, con i 4000 volumi e i tanti documenti storici custoditi nella nostra Biblioteca della Montagna, con gli eventi, gli incontri, le conferenze, le proiezioni, gli approfondimenti che rendono unica e insostituibile la nostra Associazione.
Presidente CAI L’Aquila