Ha destato scalpore e indignazione la morte di un cervo morto annegato in località frassigno nel comune di Jenne lo scorso lunedì 14 ottobre. In queste ore il Parco dei Monti Simbruini ha chiarito la posizione dell’ente, spiegando come quella vasca è tra quelle che devono essere ristrutturate e per cui esiste già un finanziamento.

“I guardiaparco hanno rinvenuto un cervo morto annegato in un invaso artificiale nel comune di Jenne – fanno sapere dal Parco – Siamo molto dispiaciuti per questo evento, anche in considerazione delle tante azioni che il Parco, insieme alla Regione Lazio, ha messo in atto per favorire la reintroduzione dell’ungulato nel territorio protetto, dal quale era scomparso da più di 100 anni. Consapevoli del pericolo che alcuni invasi artificiali rappresentano per tutta la fauna, questo ente già da mesi si è attivato presso la Regione Lazio per ottenere fondi specifici per la loro messa in sicurezza. La Regione, e in particolare la Direzione Ambiente, ci ha concesso, a fine settembre, un finanziamento di 105.000 euro per interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza di 3 invasi, tra cui quello di Fontana Scrofa, sito in cui si è verificato l’incidente. A seguito del finanziamento ottenuto abbiamo avviato le procedure per la progettazione degli interventi, che saranno condivisi con i comuni interessati, con i quali abbiamo già avuto incontri preliminari. A conclusione dei lavori gli invasi non rappresenteranno più un pericolo, non solo per la fauna selvatica, ma anche per gli animali di allevamento, che potranno abbeverarsi in tutta sicurezza”.

Nei giorni scorsi un post su Facebook, con tanto di foto allegata, aveva fatto discutere.

“Questa è la fine di uno splendido esemplare di cervo: annegato in una vasca – si legge nel post – A tradirlo la sete, ma soprattutto un abbeveratoio/trappola, dove, già in passato, altre povere bestie hanno trovato la stessa fine e per lo stesso motivo. Possibile che nessuno, in passato, abbia denunciato questa situazione? Possibile che il “nostro” Parco, sempre inopportunamente invadente e fastidiosamente prevaricante sui singoli comuni, non ha mai pensato di porvi un rimedio? Ma non è suo preciso compito quello di monitorare e tutelare, in ogni senso, la fauna selvatica? O pensano (sempre quelli del parco) che la natura, il paesaggio, gli animali, le piante i fiori, l’acqua e tutto il territorio dei Monti Simbruini esistano solo perché esiste la Porta del Parco?”.

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