Dopo esserci occupati degli sci da pista, ci spostiamo nel mondo del freeride e chi meglio di Luca Nocera, fondatore e gestore, insieme Mattia Landi e Francesco Paolo Di Rosa, del Gruppo Sciare a roccaraso – SaR snowrider può darci la sua opinione.
La parola a te Luca!
Ok, parliamo di freeride.
Freeride sull’Appennino? Ma mica siamo in British Columbia o nella giapponese Hokkaido. Ebbene no, siamo a Roccaraso, più precisamente nei percorsi in off di Monte Pratello che i local di zona adorano e che gelosamente, a torto o a ragione, evitano di pubblicizzare.
In ogni caso gli skier nostrani che tracciano la powder abruzzese nulla hanno da invidiare ai loro “colleghi” alpini, transalpini o di altri continenti, almeno per la scelta dei materiali.
Tutti i rider rimangono sempre con le antenne dritte per intercettare quell’ultimo paio di palettoni tanto attesi. Sia che si tratti di uno sci da full powder, sia che si tratti di qualcosa di più strutturato si cerca nei forum e nelle riviste specializzate di individuare i modelli che fanno gola ai più.
Ma parliamo proprio di materiali. Che differenza ha uno sci da freeride rispetto ad uno tradizionalmente pistaiolo? Beh, a parte il termine “sci” poi tutto il resto è differente.
Sci specificatamente da freeride vengono prodotti dagli anni ’90. Prima non esisteva una vera e propria “specializzazione”. In questi anni, anche grazie all’apporto di alcuni Pro americani, primo tra essi, Seth Morrison, si capì che fondamentalmente andare in “fresca” era cosa completamente diversa che sciare in pista battuta con fondi compatti. La lamina su un fondo morbido e cedevole perde completamente la sua funzione e lo stesso accade per il camber tradizionale. Se si mette uno sci su un tavolo e lo si guarda di lato, si noterà una sorta di gobba, in pratica non tutta la soletta dello sci tocca il tavolo, ma solo punta e coda, mentre il centro è sollevato… ecco, questo è il camber. Al contrario, si capì presto che avrebbe avuto più senso un “camber inverso” e cioè uno sci che tende ad avere una forma a banana, con punta e coda sollevate. Ciò avrebbe permesso al rider di non affondare in neve fresca, ma, complice anche geometrie molto più generose e flessibilità accentuata dei materiali, di poter “galleggiare”. E già, perché il freeride ha quasi una lontana analogia con lo sci d’acqua. Utilizzare questi attrezzi dalle forme generose, che in una normale pista battuta diventano piuttosto ingestibili, regala in condizioni di powder una sensazione di facilità di utilizzo che ad un neofita aprirebbe il cuore (ma non solo a lui).
Ma quali sono i modelli in commercio? Beh, come il tradizionale sci alpino esistono innumerevoli marche e modelli. Scegliere non è semplice.
Bisogna poi aprire una parentesi. Il mercato oggi si è specializzato e quindi troviamo in commercio sci prettamente per il freeride, ma comunque possiamo trovare soluzioni “ibride” di sci pensati per il fuoripista, ma adatti anche all’uso in pista. Il termine per questi ultimi è di sci All Mountain, ma magari parleremo di questa tipologia in un prossimo articolo.
Parliamo invece dei modelli più acclamati sul mercato nel 2019.
Questa è una mia personale scelta nata da discussioni con amici, lettura di riviste specializzate, frequentazione di forum e prova sul campo di alcuni di essi. Quindi ogni valore è puramente aleatorio, ma può servire per farsi un’idea.
1: ATOMIC Bent Chetler 120
D: 143-120-134
L: 176, 184, 192
R: 19m
Il modello pro di Chris Benchetler è un vero must have della linea di sci Atomic. Praticamente l’anno passato non si faceva altro che parlare di questo modello e tutti i riders erano alla disperata ricerca per averne uno per sé. Il Bent Chetler è progettato prettamente per la polvere profonda.
La flessibilità del Bent Chetler 120 si avvantaggia con il suo profilo rocker. Ma la caratteristica più importante del Bent Chetler è il suo peso: 1730 grammi per il modello da 184 cm. Considerando i 120 mm sotto il piede, una vera piuma.
2: Salomon QST 118
D: 142-118-129mm
L: 171, 178, 185, 192cm
R: 26m
Sci molto leggero e flessibile dal profilo Twin Rocker. Molte riviste concordano nel dire che questo è uno sci che regala un ottimo galleggiamento anche se alcuni riportano una certa instabilità su neve più compatta.
Pare che questo limite sia dovuto alla sua costruzione a nido d’ape che regala sì leggerezza, ma subisce instabilità.
Insomma se nella vergine pura questi attrezzi danno il meglio di se, sembrano patire un po’ nella “groome”.. in quella neve che noi chiamiamo “tritata” (neve fresca ma più volte già solcata da precedenti tracce.. tende ad essere più compatta e meno piacevole da esser sciata)
3: Line Sakana
D: 150-105-138mm
L: 174, 181cm
R: 15m
Bellissimi.. sci sempre fuori dai canoni con quella loro coda a nido di rondine che permette svincoli di curva sempre imprevedibili. Uno sci largo ma non larghissimo con i suoi 105 mm di larghezza centro che permettono un uso soddisfacente dello stesso anche in pista, ma la sua natura rimane comunque la fresca anche se non propriamente la “full powder”. Contrariamente ai Salomon, il Line sembra essere a suo agio su nevi smosse. A Roccaraso si vede raramente anche se un tal Luigi, ogni tanto ne sfodera un paio 😊
4: Kastle BMX 105
D: 134-105-123mm
L: 165, 173, 181, 189cm
R: 21m (@181cm)
Ammettiamolo… io da sempre ho una cotta per questi “Made in Austria” che ha sempre prodotto materiali eccezionali adatti però un po’ troppo spesso a sciatori tecnicamente di buon livello. Insomma, uno sci che se si sa portare regala sensazioni incredibili. Anche questo, come il Sakana, ha una misura centro non eccessiva che permette un controllo in velocità e nei curvoni in fresca davvero entusiasmante. Personalmente adoro la grafica SaR (vabbè, ci mi conosce sa di cosa sto parlando) che li rende puliti, ma allo stesso tempo aggressivi. Sci con inserti in titanal che danno la giusta robustezza anche nel caso ci si trova su nevi crostose, ma che in powder non mancano di divertire vista la loro capacità di flessione.
Insomma, pur avendo lastre di metallo all’interno, non perdono in vivacità e agilità. Beh.. questi sono solo alcuni modelli che conoscevo e che mi piacciono, ma sul mercato ne esistono tanti tanti altri. Prima di un eventuale acquisto provate a confrontarvi nei forum o leggendo le recensioni sulle riviste del settore.