Continua la nostra rubrica con le interviste ai rifugisti e gestori di bivacchi. Oggi è il turno di Francesco Martini, l’autore di quello che senza ombra di dubbio si può definire come il bivacco più bello degli Appennini: il rifugio “La Vecchia”

Buongiorno Francesco grazie della disponibilità. Inizierei questa intervista facendoti i complimenti per il tuo lavoro, il “La Vecchia” è un vero è proprio gioiello degli appennini.

Il bivacco in inverno

Come nasce l’idea di costruire un bivacco sul Sirente e come mai tanta dedizione nel costruirlo? Non sarebbe stato più facile installare la classica “scatoletta” prefabbricata?

L’idea fu dell’amico Nicola del Vecchio, classe 1932 che da maggio scorso è salito alla Comprensione Divina. 

Il punto dove è stato edificato oltre che avere un panorama stupendo, fu scelto come bivacco e sosta per chi va sul Sirente. 

Fu costruito con tutto quello di cui disponevamo: legname, massi di pietra e tutto ciò che potevamo portare a spalla da Rovere. Il primo pensiero fu quello di creare un manufatto che si inserisse nell’ambiente circostante senza creare quell’impatto sgradevole che un prefabbricato può arrecare, oltre poi al costo.

A completamento di quest’emozionante angolo non poteva mancare il simbolo della Cristianità; in cima ad uno dei massi più alti, su cui il rifugio si appoggia, abbiamo posto la Croce segno di riflessione e di meditazione per chi da queste alture scruta l’infinito e come diceva il poeta di Recanati “in quest’immensità s’annega il pensier mio e il naufragar m’è dolce in questo mare”.

Nicola al rifugio

Quali sono le difficoltà che incontri nel gestire la struttura, a livello di manodopera e controlli?

La manutenzione la effettuiamo ogni volta che capita andarci, siamo organizzati con attrezzature e materiali necessari alla conservazione del manufatto.

Il rifugio è aperto a tutti senza alcuna prenotazione o lista, chi arriva per primo se ne serve, inoltre è affidata alla educazione degli escursionisti e al rispetto per il lavoro, che poche persone innamorate della montagna, hanno creato con le loro fatiche, per il godimento di tutti.

All’interno del bivacco è presente una piccola cassetta dove gli ospiti possono lasciare una piccola offerta con cui aiutare il finanziamento dei lavori di manutenzione.

Cosa può trovare un’escursionista all’interno del bivacco?

Nel rifugio sono disponibili tre posti letti su brandine e altrettanti per l’uso del sacco a pelo, inoltre, è stato arredato con alcuni utensili per la cucina e di una stufa a legna per il riscaldamento e la preparazione di pasti o bevande calde. Particolare cura è stata posta nel rivestimento delle pareti esterne con scorze di castagno protette da vernici incolori che ne risaltano la naturale bellezza del legno che unitamente alla copertura finale del tetto, realizzata con zolle di prato, costituisce un insieme che s’inserisce egregiamente nell’ambiente circostante. 

Francesco Martini ed i suoi cavalli

Qual è l’equipaggiamento indispensabile che bisogna portarsi per poter passare al meglio la notte al “La Vecchia” e come funziona il sistema di prenotazione?

Per dormire al rifugio occorre munirsi di sacco a pelo e i periodi freddi, è necessario accendere la stufa e quindi procurarsi il necessario.

Sei stato molto gentile nel concedermi quest’intervista. Prima di salutarci volevo chiedervi un’ultima cosa. Con la stagione invernale alle porte, avete qualche ulteriore suggerimento da dare?

Nel periodo invernale è necessario usare una pala per poter accedere al bivacco!

Come potrai vedere dalle foto, l’accesso al rifugio in pieno inverno  richiede molta fatica se c’è tanta neve, per aprirsi un varco per accedervi, bisogna scavare una buca in corrispondenza della finestra, servendosi della pala che abbiamo posizionato sui rami alti del faggio soprastante il rifugio.

Attenzione! Si raccomanda la valutazione della percorribilità del sentiero 14 per il rifugio La Vecchia in base ai regolamenti del parco.

One thought on “Intervista a Francesco Martini – Rifugio La Vecchia”

  1. Il rifugio se è lì ed è stato creato con tanto sacrificio passione e dedizione, è sicuramente per merito di Nicola del Vecchio, che oltre ad aver creato la prima struttura, ha saputo scegliere tra tutti i suoi amici, quelli più collaborativi ed efficienti. TANTO che il primo nome scritto sul fronte in lamiera del tetto era
    RIFUGIO ROVERE GRUPPO AMICI DELLA VECCHIA 1993
    Io voglio citare i nomi delle persone che sono state determinanti ad avere quello che adesso è sotto gli occhi di chi scopre il RIFUGIO LA VECCHIA:
    Nicola Del Vecchio;
    Ugo Bernardini;
    Francesco Martini;
    Ezio Cherubini;
    Fabrizio Cherubini.
    E chi più chi meno, molti compaesani di Rovere hanno collaborato in qualche modo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *