Una amara e quanto mai vera riflessione di Francesco Mancini, una delle più importanti e attuali figure di riferimento in Appennino, in merito alla tragica scomparsa di 4 amanti della montagna con l’obiettivo di sensibilizzare gli utenti della montagna a non sottovalutare le ascese in ambito invernale ma anche che non devono più esistere LUTTI di Serie A e LUTTI di Serie B.
Ho molto riflettuto se scrivere questo mio pensiero in merito agli episodi tragici vissuti nel fine settimana a cavallo fra Novembre e Dicembre del 2019 quando 4 Anime d’Appennino ci hanno lasciato sgomenti e senza parole.

Sono stati giorni difficili perché quando iniziano ad arrivare le prime notizie drammatiche in presa diretta, ciò che fai in maniera spasmodica è cercare di capire se queste persone sono fra i Tuoi amici o conoscenti sapendo perfettamente che quello che è successo può accadere a chiunque di Noi.
Rifletto sullo strazio delle persone che gli volevano bene, ai familiari, agli amici.
Mi giro e mi rigiro dentro letto nel cuore della notte quando penso a coloro che hanno vissuto momenti di felicità insieme e poi hanno avuto la forza ed il coraggio di vedere le loro spoglie.
Tuttavia credo che parlare di persone che non sono più tra noi, anche se non conosciuti direttamente, può aiutare coloro che vivono nel ricordo a non sentirsi abbandonati nella sofferenza che hanno vissuto, vivono e purtroppo vivranno.

Questa mia foto rappresenta il reciproco abbraccio verso l’infinito che tutti gli iscritti ed i simpatizzanti del Club 2000m devono avere uniti nel ricordo di Gianpiero BRASILE e Antonio MUSCEDERE che ci hanno lasciato sulla Rava della Vespa della Majella ma anche di Matteo MARTELLINI la Guida AIGAE deceduta sul Gran Sasso D’Italia e dell’esperto Maresciallo dei Carabinieri di Castel di Sangro Fabio CICONE deceduto nei pressi di Forchetta Majella

Come dico sempre la montagna è un serbatoio di umanità e amicizia a disposizione di chi ha la capacità e la volontà di saperla vedere e comprendere ma anche un mondo fatto da persone che non ti aspetti che esistano nella crudezza e mancato rispetto nei confronti di coloro che ci hanno lasciato.
Di fronte a queste situazioni non devono esistere personalismi di sorta.
Non si può approfittare di questi drammi per screditare l’operato altrui e quello di un sodalizio su cui non si è d’accordo nella sua operatività in nome di una rivalità inesistente.
Non esistono morti di Serie A e morti di Serie B come è avvenuto in questa occasione.
Perché ANTONIO e GIANPIERO, 2 grandi escursionisti che erano saliti su TUTTE le Cime dell’Appennino fra i 2000m e i quasi 3000m del Gran Sasso D’Italia di TUTTO l’Appennino Italiano da quello Tosco-Emiliano a quello Calabro-Lucano, in nome di un progetto di vita e di montagna, non sono diversi nella passione a MATTEO e FABIO.
ANTONIO MUSCEDERE 55 anni di Posta Fibreno era il barbiere di Broccostella di Sora… era il sorriso fatto persona.

Come ha scritto un suo caro amico Riccardo CAPITELLI del C.A.I. di SORA “ Conoscevo personalmente e molto bene Tonino, era stato lui, pensate un po’, nell’autunno del 2016, tre anni fa, a parlarmi con entusiasmo del Club 2000m, cosa e iniziativa di cui non ero bene a conoscenza, diciamo sì, andavo già in montagna da qualche anno, ma ero assolutamente un pivellino, inesperto e dilettante, come tuttora insomma.
Tonino era il mio Barbiere, ogni volta che andavo da lui era più il tempo che passavamo a parlare di montagna, di escursioni, a vedere le sue bellissime foto, che di fatto il tempo impiegato a farmi i capelli… i miei capelli… Quattro peli, una rasata e via.
Tonino era un amico, sorridente, buono, generoso, sempre umile “.

Ecco queste parole racchiudono in breve ma alla perfezione Antonio che nel 2016 di fronte ad una giuria di esperti aveva addirittura vinto il 1° premio del CONTEST FOTOGRAFICO sulla MONTAGNA giusto riconoscimento di questa sua altra grande passione.

GIANPIERO BRASILE 57 anni di Lanciano era il medico a cui molti si affidavano a Pescara per la sua umanità e disponibilità.

Aveva persino appeso nel suo studio un quadro con gli scudetti del Club 2000m con tutti gli step appenninici che aveva raggiunto nel corso degli anni.
Quale miglior ricordo se non la poesia che gli è stata dedicata da uno dei suoi tanti amici conosciuti nel percorso che aveva deciso di intraprendere.

REQUIEM di ROBERTO MARGOTTA
Dimo sempre che ce vo consapevolezza
ma gnente ce po salva’ da l’amarezza
a volte er nostro e’ n’mondo sconosciuto
quando i monti riscuotono er tribbuto
Pe chi in montagna e’ solo n’amatore
l’assurdita’ di provare un tal dolore
e ad alcuni nun e’ ancor passato er vizio
de sparar giu’ a vanvera er suo giudizio
Siam giunti assieme solo su le Murelle
de la Maja,de sicuro, tra le più belle
portero’ ner core la sua stupenda vista
te giunga er mio saluto
Riposa in pace escursionista
@Gim (02-12-2019 dar diario de n’alpinista schiappa)

Io ho conosciuto Gianpiero il 24 Maggio di 4 anni fa.
Da quel giorno è nato un rapporto che, vista la lontananza, non poteva svilupparsi con costanza ma che a livello epistolare non è mai mancato.
Gianpiero si è sempre distinto nei nostri confronti con la sua eleganza dialettica, la sua onestà intellettuale, la sua cultura non solo in ambito medico ma anche in questa sua grande passione.
Con il suo entusiasmo ha saputo comprendere il vero significato del nostro percorrere l’Appennino che non era quello di raggiungere la Cima delle montagne ma quello di vivere le persone nel profondo dell’animo.

Per questo motivo non dimenticherò mai una frase che Gianpiero proferì a dimostrazione di come lui intendesse lo scorrere della vita:
“ noi italiani siamo dei maestri nell’annichilire fino a annientare la volonta’ di una persona nell’edificare un consenso intorno ad una giusta causa. “
Ecco questo era Gianpiero…
Sempre presente in molte Assemblee annuali e nei Raduni in montagna, nonostante la lontananza e solo pochi giorni fa a Sora.

Riusciva a trovare il tempo di vivere questa sua grande passione nonostante il lavoro, nonostante i suoi tanti impegni della numerosa famiglia e la lontananza da alcuni settori morfologici territoriali.
Voi non ci crederete mai ma proprio questo grande entusiasmo suo e di altre persone di questo lato adriatico mi aveva fatto prendere una decisione…fare il prossimo incontro annuale nella sua città di nascita in senso di riconoscenza per tutti coloro che, come Gianpiero Brasile, abitano sotto le montagne della Majella
Ecco non ho fatto in tempo….
Nel mio cuore Gianpiero sarà per sempre quell’anima d’Appennino che in occasione del mio compleanno salì sopra la montagna disegnando sul cielo azzurro questa frase…
AUGURI FRANCESCO PER I TUOI PRIMI 50 ANNI !!!

Tutto quanto sopra in memoria di Antonio e Gianpiero che non hanno meritato indirettamente tutto quello che si è scritto e detto nei giorni successivi fino ad arrivare all’evento organizzato dal Club Alpino Italiano de L’Aquila sul “ Problema della sicurezza in montagna “.
In Appennino la tipicità della morfologia e le sue diverse stagioni, complice anche il cambiamento climatico in atto, creano una fascia intermedia in cui l’escursionista può diventare direttamente o inconsapevolmente un alpinista.
E si perché, a dispetto dei tanti soloni, nel momento in cui un escursionista fa un traverso oppure un breve o lungo canale con pendenze che si aggirano intorno o superiori ai 30 gradi diventa un alpinista perché scivolando si muore.
Quindi dove finisce l’escursionismo e dove inizia l’alpinismo con l’ambiente innevato ?
Il Club Alpino Italiano con la sua estrema burocrazia ha fatto qualcosa per aiutare tutti coloro che si trovano come esperienza in questa zona ?
Ne parlavo proprio ieri sera con l’Alpinista Pino Calandrella, Direttore della prestigiosa scuola Franco Alletto del C.A.I. di Roma, convenendo sul fatto che bisogna gettare le basi per realizzare insieme con il Club 2000m una serie di incontri e corsi per sensibilizzare ma anche concretamente confrontarsi e unirsi su questi argomenti.
Onorato quindi che un alpinista della levatura di Pino Calandrella voglia materialmente impegnarsi per una opera di sensibilizzazione concreta su questi aspetti

Tuttavia ricordo che il progetto del Club 2000m è un progetto ESCURSIONISTICO tanto è vero che sono stati tolti dall’albo le Cime considerate alpinistiche.
Va da sè che in ambiente innevato tutto cambia e che tale situazione viene affrontata solamente da Trekker che hanno una grande esperienza sia in ambito estivo che in ambito invernale.
Lo dimostra il fatto che coloro che sono in lista sulle Cime innevate sono una percentuale che credo sia intorno al 3 % degli iscritti.
Fra i Grandissimi Appenninisti del Club 2000m abbiamo ANE del C.A.I. e alpinisti che hanno realizzato decine di 4000m oltre che Trekker che sanno perfettamente come affrontare la montagna in situazioni difficili.
Nella situazione che si è verificata purtroppo abbiamo visto un gioco al massacro da tutti coloro che sono i famosi RADICAL CHIC della montagna che non aspettavano altro che avvenisse un fatto del genere per operare un gioco al massacro nei confronti di questo sodalizio che vive solo e solamente di amicizia e di condivisione della montagna.

Accuse infamanti anche personalizzate da coloro che credono che il loro vivere la montagna sia quello esente da vizi.
Da coloro che credono che il loro verbo sia la verità.
Da coloro che credono che la KERMESSE, così loro definiscono i nostri incontri, siano solo un modo per apparire senza pensare che si può vivere la montagna anche con gioia e felicità.
Da coloro che si nascondono dietro a dei Nickname.
Da coloro che si fanno le foto solo di spalle e di sedere perché credono che questo sia il giusto modo di farsi vedere in montagna dicendo che così la si rispetta.
Da coloro che credono che lo scudetto sia un modo da parte degli iscritti per vantarsi senza pensare che è solo un modo per far vedere quello che è un raggiungimento di un qualcosa che mai avrebbero pensato di raggiungere come COMUNI MORTALI.

Una differenza di atteggiamento fra le nostre 2 morti e le altre 2 morti.
La Guida AIGAE sul Gran Sasso e il Maresciallo a Forchetta Majella erano esperti e sono morti lo stesso. Perché le nostre morti sono state affrontate dai benpensanti come morti diversi. Loro valevano di più dei nostri ???
La verità è che invidie e gelosie da parte di queste persone valgono più di tante parole dette invano.
Che ci debba essere una seria riflessione sono d’accordo ma da qui ad approfittare della morte delle persone per fare “ DAGLI ALL’UNTORE “ è qualcosa di vergognoso.
Che questi esperti della montagna invece di uscire sempre con le stesse persone si diano da fare per trasmette la loro esperienza gratuitamente al servizio degli altri come hanno fatto in passato i grandi montanari.
Si prendano un impegno invece di criticare chi si impegna per far sì che l’Appennino sia visto come una opportunità di crescita, di turismo consapevole, che impedisce l’abbandono del territorio.
Noi non siamo una SETTA come siamo stati definiti ma delle persone che vogliono trasmettere questo amore anche agli altri e non come hanno fatto alcuni che si sono presi lo scudetto e poi ci hanno abbandonato al nostro destino sfruttando solo l’opportunità che gli è stata offerta.
Come se LORO non avessero mai alzato l’asticella.
Come se LORO agli inizi della loro passione non erano come NOI.
Perché creare delle barriere per quella che è la stessa passione.
Che lor signori venissero alle nostre KERMESSE per capire chi siamo veramente invece di criticare aprioristicamente senza neanche conoscerci di persona.
Scendete dal pulpito e venite democraticamente da noi abbracciandoci insieme per la morte di amici che potevamo essere anche NOI quando a volte è anche il destino che lo decide !!!

Il Club 2000m RIGETTA con forza le incresciose e non veritiere parole del Comandante dei Carabinieri Forestali del Gran Sasso che dimostrano la assoluta mancanza di conoscenza della nostra realtà fermandosi alle apparenze di un preconcetto personale che non deve appartenere ad un rappresentante delle istituzioni.
Ricordiamo che siamo l’UNICO sodalizio che ha organizzato nel 2018 un evento dedicato al SOCCORSO ALPINO che ha visto la presenza di centinaia e centinaia di montanari e siamo gli UNICI che hanno raccolto fondi per la ricostruzione del Bivacco Lubrano a Campo Imperatore.

I pensieri del Colonnello sono peraltro offensivi nei confronti delle GUIDE AIGAE e delle GUIDE AMM oltre ai Presidenti, Direttivi e AE/ASE/ANE delle Sezioni CAI di TUTTO il Centro Italia che sono iscritte nell’albo delle Cime Appenniniche over 2000m
Non c’è peggior atteggiamento che ” fare di tutta l’erba un fascio ” da coloro che dovrebbero essere visti come nostri amici in un ambito di collaborazione sulla stessa passione ed elemento.
Dispiace la possibilità che è stata lasciata a codeste persone di operare in questo modo impedendo un democratico contraddittorio in occasione dell’incontro svolto sulla sicurezza in montagna organizzato a L’Aquila peraltro molto costruttivo fortunatamente su altri aspetti.
Se siamo così importanti perché non siamo mai invitati ad esprimere il nostro parere su aspetti di cui noi stessi siamo i principali interpreti e responsabili ???
Perfetta la disamina di LUIGI CIANO importante redattore di questa rivista informatica di montagna quando dice: “Faccio parte del Club 2000m da qualche anno, e quando mi sono iscritto, nel compilare il pregresso delle vette che avevo già salito ho visto che innumerevoli persone avevano già il distintivo ” TUTTE LE CIME “.

“Sinceramente ho notato la cosa e sono passato oltre, non ho mai sentito il bisogno di fare una gara o dire ” ho più 2000 di te “.
Il Club 2000m mi ha fatto conoscere montagne su cui magari non sarei mai salito, un esempio su tutti il Marsicano Est (di cui, nonostante le numerose salite in zona, non ne avevo mai sentito parlare).
Di tutte le persone che ho conosciuto del Club, anche solo di vista, veramente poche ricadono nella descrizione fatta dal militare.
Certo l’invasato che magari si fa il Monte Cefalone e per 2 roccette si sente un’alpinista ci sta, ma come c’è ovunque.
Un’ultima cosa. Spesso leggo paragoni tra Club 4000 e Club 2000. Nulla di più errato. Uno è esclusivo, ad esempio a me mancano 17 salite per entrarci, l’altro è inclusivo.
2 modi diversi, di vivere la montagna, alpinisti da una parte, escursionisti dall’altra che non ha senso paragonare”
Luigi Ciano

Ma noi andremo avanti lo stesso facendoci forza dalle parole di chi ha capito il nostro movimento come Sara Visco del C.A.I. di Piedimonte Matese.
“Grazie Francesco Mancini per il tuo impegno. A Te e a chi ci mette la faccia nonostante tutte le chiacchiere.
Mi spiace che il simbolo del Club non si veda bene ma il Club 2000m è sempre con me e nel mio cuore perché, nonostante le mie perplessità, mi avete accolta e ho avuto modo di conoscere persone come desidero incontrare. Gente in gamba e di valore.
Non siamo tutti uguali.
Ognuno con le sue capacità e attitudini ma sicuramente non siamo degli sprovveduti “

Faccio mie le parole del Maestro Alpinista Paolo BOCCABELLA affinché tutti coloro che vanno in montagna riflettano con attenzione e siano di insegnamento per il futuro: “La nostra esperienza di alpinisti, escursionisti o speleologi ci ha insegnato quanto la montagna non vada sottovalutata e la si debba affrontare sempre con la dovuta consapevolezza , evitandone la banalizzazione che traspare, invece, da molta comunicazione, non solo pubblicitaria, fornendone un’immagine superficiale e distorta. Ricordiamoci sempre che la montagna è così, un ambiente meraviglioso ma impervio, dove l’uomo è un fragile ospite e non deve mai dimenticare che gli errori si pagano caro: perché alla fine, quando certi incidenti accadono, quasi sempre di nostri errori si tratta“

Personalmente non dimenticherò mai quello che sotto la pioggia battente accanto al feretro mi disse IRENE, la moglie di Gianpiero.
E’ stata come una coltellata al mio cuore: “Voi e la Montagna me lo avete portato via“.
Riflettiamo tutti sul valore della vita per evitare che simili tragedie possano ripetersi il meno possibile !!!
Vi invitiamo a leggere in merito l’interessante intervista ad Alessandro Marucci del CNSAS Abruzzo sulle precauzioni nell’approccio all’ambiente invernale in Appennino.
Complimenti, un bellissimo articolo che con grande equilibrio restituisce alla realtà la verità di fatti troppo spesso distorti da interessi di varia natura. Stigmatizza fermamente, com’è giusto che sia, accuse e fraintendimenti non sempre malevoli, ma comunque fuorvianti e inesatti, restituendo a chi ama incondizionatamente la montagna e la natura, il giusto diritto di esprimersi non necessariamente a parole, ma anche soltanto con la propria partecipazione, che è il dono più bello che si possa fare e, soprattutto, ricevere. Grazie, Francesco, è stato davvero un piacere leggerlo.
C. N. L.