Inauguriamo una nuova rubrica “Soccorso e autosoccorso in montagna” una rubrica nella quale volta per volta verrà analizzato un aspetto diverso sul primo soccorso in montagna
Quando si frequenta la montagna dobbiamo tenere bene in testa che siamo in un ambiente potenzialmente pericoloso e, in base al tipo di percorso, poco permissivo.
Indipendentemente dal grado di difficoltà della nostra escursione, che può spaziare da una semplice passeggiata in mezzo al bosco ad una via alpinistica invernale, tra le varie dotazioni che dovremmo avere, o che sarebbe auspicabile avessimo, potrebbe esserci anche un kit di autosoccorso/primo soccorso.

Partiamo dal presupposto che, per andare in montagna in maniera seria, bisogna essere preparati sotto vari aspetti: dal punto di vista fisico e tecnico (in base al tipo di percorso che intendiamo affrontare), dal punto di vista di equipaggiamenti e materiali (che dobbiamo portarci dietro) ma anche da un punto di vista di orientamento, utilizzo delle carte/gps, conoscenza base della meteorologia e delle comunicazioni in montagna (Rete Radio Montana – RRM ad esempio o il sistema GeoResq).

Spesso si investe molto poco nella propria formazione da escursionista/alpinista con corsi del CAI, piuttosto che con delle Guide Alpine o Accompagnatori di Media Montagna (AMM) ma sempre di più si preferisce spendere in materiali perché non consideriamo l’aspetto mutevole della montagna ed i pericoli che si celano dietro a normali escursioni che possono trasformarsi in tragedia: negli ultimi tempi è bastato un clima differente che, in centro Italia, abbiamo avuto molte vittime, anche tra escursionisti/alpinisti definiti “esperti”.
Senza arrivare a questi eventi che, molto probabilmente, non avrebbero avuto altri epiloghi anche con una formazione di soccorso e autosoccorso, tanti incidenti ed interventi potrebbero essere evitati o mitigati da una formazione adeguata dei frequentatori della montagna.
Molti ignorano che per diventare un buon “montanaro” uno dei più grandi alpinisti italiani disse: un grande alpinista ha rinunciato più volte di qualunque altro alpinista. La rinuncia non è un fallimento, è consapevolezza di se stessi, bisogna perdere per imparare a vincere.
Quindi la prima regola che deve essere generale è prudenza, consapevolezza di se stessi e, saper rinunciare quando le condizioni non sono adeguate al nostro livello.
Seconda regola che potremmo introdurre: avere una adeguata formazione dei pericoli in montagna, delle problematiche sanitarie che potrebbero colpirci durante le nostre gite, ed avere un adeguato kit di autosoccorso. Quanti di noi girano con un adeguato kit di autosoccorso nello zaino?
La possibile insorgenza di patologie di montagna è spesso soggetta alla stagione ed alla quota, oltre che al tipo di attività che stiamo svolgendo (roccia, escursione, dry, cascate, alpinismo invernale ecc.).
Si può passare dai colpi di calore all’ipotermia o dal semplice crampo all’ipossia, semplicemente in base a dove e quando ci troviamo: pertanto dobbiamo fare una divisione in gruppi di possibili patologie e tratteremo prima le problematiche di media quota, invernali ed estive (visto il periodo) e successivamente, potremmo trattare l’alta quota che sicuramente affascina ma ha un pubblico meno vasto e spesso, maggiormente formato (anche solo per una questione di esperienza in montagna).
Nei prossimi capitoli parleremo delle possibili problematiche che possono insorgere nelle varie condizioni, in montagna.
