Il 9 febbraio 2009 l’affiatata cordata Simone Moro e Denis Urubko scrive una delle pagine più importanti dell’alpinismo internazionale raggiungendo la cima dell’ultimo Ottomila ancora a non essere stato conquistato in veste invernale, ovvero il Makalu (8481 mt). È la prima volta che una squadra non composta da polacchi, pionieri dell’himalaysmo invernale, conquista un Ottomila.
I due alpinisti, una volta arrivati al campo base in ottima forma fisica, in 17 giorni giungono in vetta senza intoppi affrontando temperature al di sotto dei -40 gradi e venti fino a 100 chilometri orari.
Per l’italiano si è trattato del secondo Ottomila scalato in inverno, dopo lo Shisha Pangma; per il kazako il tredicesimo Ottomila e della prima invernale.
In precedenza sono stati diversi i tentativi, tra i più noti quello del 2006 da parte del francese Jean-Christophe Lafaille che pagò con la vita la spedizione in solitaria. Nel 2008 Nives Meroi con il marito, Romano Benet, insieme a Luca Vuerich rinunciarono a causa delle avverse condizioni meteo. Nello stesso anno anche la squadra composta dai kazaki Denis Urubko, Serguey Samoilov, Eugeny Shutov e Gennady Durov abbandonò l’idea.