Il ciclo di interviste di Appennino.tv continua e questa volta a dedicarci il suo tempo è Bonaventura “Venturino” Margadonna, legale rappresentante del comprensorio sciistico Skipass Alto Sangro.
Buongiorno e grazie per la disponibilità. Innanzitutto ti chiederei di presentarti e di illustrarci il comprensorio Alto Sangro
Buongiorno a tutti vi ringrazio per la disponibilità nei nostri riguardi, sono Margadonna Bonaventura legale rappresentante del comprensorio Skipass Alto Sangro, uno tra i più grandi comprensori sciistici del centro-sud Italia, nato nel lontano 1986.
Una storia antica quella dello sci a Roccaraso
Da notizie storiche e documentate, la storia dello sci a Roccaraso è risalente all’ante guerra ma il vero è proprio boom si è avuto negli anni ’50 e ’60 con la nascita delle stazioni dell’Aremogna, del Pratello e negli anni ’70 di Pizzalto.
Si è creato questo “carosello” di impianti a sci ai piedi. Grazie alla lungimiranza degli imprenditori si iniziò a gettare il seme per uno skipass unico che divenne realtà nel 1986. Da queste basi si è arrivato all’attuale sodalizio che permette all’appassionato di sciare, con un unico biglietto anche nei comuni di Pescocostanzo e Pescasseroli.
Altra cosa importante, che vorrei ricordare, è che il comprensorio ricade su tre comuni: Roccaraso, Rivisondoli, Barrea.

Una storia segnata dalla ricerca dell’innovazione tecnologica
Assolutamente. A partire dagli anni ’90 il consorzio ha cominciato ad elaborare una strategia volta a modernizzarsi sempre più. Sono state fatte non solo riflessioni sulle infrastrutture, ma si iniziò a parlare di innevamento programmato. Infatti, all’Aremogna e al Pratello, fecero la loro comparsa impianti primitivi con delle condotte aeree con dei cannoni a bassa pressione. Nel 1994, all’Aremogna vengono installati dei cannoni ad alta pressione, sulle piste vengono montate delle “pistole”, simili agli erogatori di benzina che servivano a programmare l’innevamento della pista stessa.
Questo processo è stato costantemente sviluppato, sino ad oggi, mediante fondi privati e regionali. Ad oggi, tutti e 120 i km di piste del comprensorio, sono coperti dai cannoni.

Passiamo quindi all’attualità
Per l’appunto, su ogni pista sono presenti degli erogatori, ma non è solo da questo aspetto che passa l’ammodernamento. L’innovazione tecnologica passa anche per la sostituzione e l’ampliamento degli impianti a fune.
Il processo di rinnovamento è iniziato nel 1995 ed ogni anno si realizza una miglioria. Due anni fa con fondi pubblici e privati abbiamo realizzato due grandi cabinovie che sono il fiore all’occhiello della zona e per la prossima stagione ne è prevista un’altra, che andrà a sostituire un impianto storico, la seggiovia del Pallottieri.
La caratteristica di questo consorzio è il fatto che ogni anno ci sono iniziative tecnologiche all’avanguardia con lo scopo di offrire dei servizi all’altezza.
Ci tengo a sottolineare che abbiamo investito molto anche sulla sicurezza, bonificando circa il 95% delle piste rendendo più sicuri alcuni versanti che un tempo erano considerati molto pericolosi.
Insieme agli altri colleghi ci siamo sempre impegnati ad investire sull’innovazione, sulla tecnologia e sulla sicurezza.
Questa scelta è ciò che oggi riusciamo ad essere aperti ed efficienti grazie alle capacità di gestione degli imprenditori delle varie stazioni.
Ciò che avete fatto quest’anno si potrebbe quasi definire un miracolo
Si tratta di un “miracolo programmato” grazie agli sforzi che le varie persone del settore stanno compiendo e all’alta specializzazione degli operatori. Rispetto ad altre realtà, dove sono presenti figure di “imprenditori economici”, qui abbiamo la fortuna di avere famiglie storiche di imprenditori che da circa cinquantanni svolgono un lavoro di impiantistica molto produttivo. Non soltanto investitori, quindi, ma veri e propri esperti della materia.

Si sente spesso parlare di fermare lo stanziamento di fondi per gli impianti sciistici in nome di un turismo più ecosostenibile, ma spesso chi parla dimentica quanto sia importante sia a livello economico sia a livello naturalistico sparare neve e rendere sempre fruibili le piste da sci.
In termini di tutela dell’ambiente ci sono delle vere e proprie perle sulle alpi, soprattutto in Alto Adige, dove hanno trovato un’ottima sintonia tra turismo invernale ed estivo.
Per quanto riguarda la nostra zona, almeno per la parte invernale riusciamo a garantire una notevole sufficienza economica, confermata dal fatto che molti alberghi hanno registrato il tutto esaurito anche in questa stagione non positiva.
L’obiettivo del consorzio è quello di incrementare i servizi in maniera tale che la nostra economia si possa reggere da sola, invece solitamente abbiamo bisogno di sostegno.
Giusto per fare un esempio, senza colpevolizzare nessuno, lo scorso anno abbiamo dovuto posticipare l’apertura di due impianti per problemi burocratici, nonostante gli stessi fossero stati ultimati a novembre. Per evitare situazioni simili avremmo bisogno di qualche deroga, vorremmo avere dei privilegi in maniera “autonoma” come avviene nel settore turistico dell’arco alpino in quanto spesso abbiamo i tempi molto stretti.

Avete mai pensato di dedicare uno spazio a chi fa sci-alpinismo o a sfruttare i sistemi a fune anche l’estate?
Per quanto riguarda lo sci alpinismo, è possibile praticarlo sui versanti opposti alle piste da sci, oltre che sugli itinerari della Majella, che non hanno bisogno di presentazioni. Tuttavia, dovrebbero essere gli enti locali e i servizi turistici a divulgare certe iniziative e a sensibilizzare le professionalità in merito.
Nella nostra regione c’è una notevole carenza di guide, perché allora non incentivare i giovani affinché ci sia un ampliamento del settore e delle attività? Stesso discorso anche per il turismo estivo, ritengo che sia necessario puntare su giovani imprenditori ad investire in semplici progetti di sviluppo con lo scopo di diminuire la disoccupazione giovanile. Sono sicuro che il nostro territorio avrebbe le capacità e le caratteristiche per far praticare le diverse attività (es. mountain bike, escursionismo estivo etc) e che ci sarebbe un giusto equilibrio tra lo sfruttamento della zona e le esigenze lavorative.
E’ stato molto gentile e la ringraziamo per il tempo che ci ha concesso
Grazie a voi