Buongiorno Riccardo e grazie del tuo tempo. Comincerei quest’intervista chiedendoti di presentarti e raccontare qualcosa su di te e di come è nata la tua passione per la montagna
Grazie a tutto lo staff di Appennino Tv per questa possibilità! Da dove cominciare? Anagrafica secca e brutale (sorride): classe ’79, campobassano, biologo e guida alpina, amante della montagna ma più in generale della natura nella sua totalità. Tutto inizia con la passione per il perdersi nei boschi, da bambino, affiancato da mio zio che mi portava con lui alla ricerca di funghi. Poi un crescendo verso il trekking, l’arrampicata ed infine l’alpinismo.
Una passione che porti con te da tempo quindi. Quando hai capito che questo tuo amore per la montagna sarebbe potuto diventare un lavoro?
Dopo la laurea in biologia (2005) mi sono ritrovato essenzialmente con un calo di motivazione e voglia nel continuare verso quella direzione; allora ho deciso – non senza un lungo travaglio interiore – di iniziare la preparazione del curriculum per le selezioni al corso di guida alpina. Percepivo che in fondo volevo trasmettere ciò che provo io andando in montagna agli altri e sognavo di vivere di quello. I sogni, affiancati da una forte volontà, si realizzano sempre.
Il mestiere di guida alpina è un mestiere nobile, avvolto se vogliamo da un alone di mistero. Ci aiuti a capire meglio come e quanto bisogna studiare e allenarsi per passare il difficile corso?
Il percorso completo per diventare guida alpina è lungo e complesso, invito i curiosi a cercare l’iter in internet; il periodo complessivo del corso dura circa 5 anni suddiviso in vari step, dai 20 ai 30.000 euro di spese complessive. Aggiungo, cosa che non è chiara a molti, che nel corso insegnano (e valutano) ad accompagnare le persone in montagna, NON ad andarci: quello lo devi saper fare già. Pertanto, bisogna presentarsi con una buona base alpinistica, di arrampicata e soprattutto di sci alle spalle.

Tutti questi “step” e la necessità di dimostrare di essere competenti a 360° in ambiente di montagna certificano che affidarsi a voi sia come guide, sia come istruttori rappresenti una garanzia, rispetto magari a farsi insegnare dall’amico “esperto”. A tuo giudizio, è possibile conciliare i due elementi, ovvero una formazione in montagna sia con guide sia senza?
Tante cose, soprattutto per una questione di necessità, le ho imparate da solo, sulla mia pelle…e quella dei miei compagni di cordata (sorride). Con questa premessa ti risponderei che il lavoro della guida e del maestro di alpinismo non serve. Invece credo fermamente nella figura del maestro e della guida: la persona che ci fa vivere delle esperienze, tecniche o di scoperta dei luoghi, con una densità di insegnamenti che sarebbe raggiungibile solo dopo anni di esperienze fatte per conto proprio o con l’amico “esperto”. Quindi credo che miscelando sapientemente le due forme sia possibile vivere, in breve tempo, tante esperienze con delle solide basi e con la sufficiente fiducia in se stessi.
In Appennino c’è la tendenza a sottovalutare le montagne, viste le quote più basse rispetto alle Alpi. Che significa fare la guida in un contesto del genere, quali difficoltà incontri rispetto ai tuoi colleghi del nord? (anche a livello di istituzioni/enti divieti e simili)

Il problema della sottovalutazione delle attività di frequentazione della montagna, qui da noi, è vivo e deriva da diversi fattori. Cultura, prima di tutto: le persone ignorano a cosa vanno incontro. Anche la figura della guida alpina è al più confusa con il Club Alpino o con il Soccorso Alpino. Nella carenza di cultura rientra anche la sottovalutazione del rischio: “faccio da solo perché non rischio niente”. Ne consegue che il nostro lavoro non ha la stessa visibilità e “fama” che invece ha sulle Alpi. Per non parlare dei divieti di varia natura, giustificati o meno, che ormai pervadono il territorio del nostro lavoro e che di certo non ci agevolano.
Ma passiamo a cose più divertenti, tra le migliaia di uscite che hai fatto, qual è quella che ti ha lasciato dentro qualcosa in più delle altre?
Ti stai conservando le domande difficili per la fine?!?! (sorride). Questa è talmente difficile che non so rispondere e posso solo fare questa considerazione. E cioè che, tra lavoro e passione, sono circa 2-3 le uscite che non mi hanno lasciato dentro niente e che magari avrei evitato, con il senno di poi. Per il resto io mi entusiasmo sempre: che siano le Alpi, un flusso ghiacciato o una via sul Gran Sasso, i vari cassetti sono pieni di ricordi stupendi. Sempre.
E la vetta che sogni di fare?
El Capitan in Yosemite, prima che gli anni avanzino in maniera inesorabile.

C’è un aneddoto che vuoi raccontarci su una tua avventura?
Anche su questo fronte ne avrei tanti. Uno tra questi necessita una premessa: amo il the nero, bello forte e non manca mai nel mio termos durante le salite invernali (anche se tecnicamente il the non è la scelta migliore, ma io amo il suo sapore..). Ero in apertura in inverno su una via di misto con un mio carissimo amico con il quale attualmente ci vediamo poco. Allora le poche volte le trascorriamo in montagna, a condividere la passione comune. Alla base della via gli dico “Fa’ lascio il mio zaino qui che sono già pesante, tu porta il tuo con il the ed ora ci beviamo il mio prima di attaccare”. Ok, pronti via si parte, dopo la bevuta corroborante, salita spettacolare e tante emozioni soprattutto nel condividere quegli attimi. Arriviamo al termine della via, sole ed aria frizzante, cielo terso: è giunto il momento di rifocillarci con dolcetti e.. the caldo! “Fabio tira fuori il the, ce lo siamo meritati!!” E lui, con la voce un po’ mesta, quasi colpevole.. “Ricca’ stamattina presto ho cercato una bustina di the ovunque..ma niente..e allora…” “Allora.. avrai fatto una tisana” lo interrompo “è buona uguale dai!!!” “No Ricca’…nemmeno quella…avevo solo la camomilla ed ho usato quella!!!”. Scoppiamo a ridere entrambi come bambini, la via si chiamerà, ovviamente “Camomilla”!!
Grazie Riccardo sei stato gentilissimo. Speriamo di incontrarti presto in montagna
Grazie a te Luigi e buona montagna a tutti!
Potete contattare Riccardo Quaranta per un corso o un’escursione tramite email info@riccardoclimbing.com o sul sito https://riccardoclimbing.com/