La vicenda legata al tormentato sistema O’bellx installato a Prati di Tivo sale ancora agli onori della cronaca in quanto si è formalizzato l’esposto alla Corte dei Conti già preannunciato in occasione dell’evento valanghivo della fine di marzo 2020.

Si rammenta che il sistema O’bellX è costituito da una serie di attuatori a forma di campana, contenenti bombole di gas che, se miscelati ed attivati da remoto, innescano una esplosione, rivolta verso il basso, che provoca dei distacchi valanghivi controllati.

Ricordiamo brevemente le tappe della vicenda:

  • La Gran Sasso Teramano Spa, costituita nell’anno 2001, è una società formata da Enti Pubblici ed è composta dalla Regione Abruzzo, dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Teramo, dai Comuni di Pietracamela e Fano Adriano, dalle Amministrazioni Separate dei Beni di Uso Civico di Pietracamela e Intermesoli.
  • Nel 2017 la Società G.S.T. ha ricevuto due milioni di euro dalla Regione Abruzzo e li vuole utilizzare per mettere in sicurezza il bacino sciistico di Prati di Tivo che è da sempre interessato dal fenomeno delle valanghe.
  • Nell’ambito delle attività previste per la messa in sicurezza viene individuato il sistema O’bellX e vengono espletate le relative operazioni di gara e appalto per la fornitura
  • Nel 2018 arriva l’autorizzazione dell’Ente Parco, emessa solo in merito all’impatto ambientale e vincolata da precisi e dettagliati requisiti di installazione ed esercizio
  • Viene costituita una associazione che promuove una petizione popolare contro la decisione di installare l’impianto.
Una campana O'bellX
Una campana del sistema O’bellX
  • Il sistema viene acquistato e messo in esercizio dalla Provincia di Teramo, che ne trasferisce la gestione al Comune di Pietracamela
  • L’impianto viene investito da una valanga, staccatasi dal Corno Piccolo in una posizione a monte della linea degli impianti, e provocandone la distruzione di tre (su 12)
  • Viene emesso uno sconcertante comunicato stampa che minimizza l’accaduto e che, anzi, avvalora la tesi che gli impianti abbiano funzionato a dovere “frenando” la valanga ed impedendo che raggiungesse il piazzale di Prati di Tivo
  • Questa versione viene smentita da diversi esperti del settore e dalla realtà dei fatti, ed alla fine la Commissione Valanghe, riunita dal Comune di Pietracamela, deve ammettere l’accaduto, insistendo però nella funzionalità del sistema che, a detta loro (senza che siano stati prodotti i tracciati di attivazione del sistema nè il verbale di collaudo dello stesso, nonostante la nostra richiesta) ha comunque evitato danni peggiori essendo stato attivato nei giorni precedenti.
Il posizionamento degli impianti
Posizionamento degli impianti O’bellX

I danni all’impianto

A seguito dell’evento valanghivo è stato prodotto un grave danno alla collettività; il costo dell’impianto, di oltre 1 milione e 400.000 euro rappresenta la fetta più importante di quanto stanziato per la messa in sicurezza dell’intero comprensorio. Il rimanente, circa 500.000 euro dovrebbe essere stato speso per attività ed acquisti ordinari.

Ora il sistema, attivato nella stagione invernale più povera di neve di sempre, e che nella pratica non è mai realmente partita, è stato danneggiato (fra l’altro in un periodo di totale assenza di turismo a causa di lockdown di contenimento da Covid-19) pesantemente, e tre impianti, per un valore di 300.000 euro, sono andati perduti.

Cartina eventi valanghivi sul versante
Estratto della pianta storica del percorso delle valanghe sul versante interessato

Inoltre, l’utilità stessa del sistema è messa in dubbio dall’evento valanghivo, tutt’altro che inusuale nell’area, come evidenziato dagli studi effettuati in precedenza.

E’ stata quindi presentata una richiesta di chiarimenti alla Prefettura.

L’esposto presentato alla Corte dei Conti

In esclusiva vi presentiamo il testo dell’esposto presentato alla Corte dei Conti in merito alla gestione dei fondi pubblici per la messa in sicurezza del comprensorio e del sistema O’bellX presentata dalla GA Pasquale Iannetti.

Auspichiamo che ora, finalmente, venga fatta luce e vengano resi pubblici i documenti già richiesti più volte per via istituzionale (PEC), ossia, verbale di collaudo dell’impianto (vi ricordiamo che si tratta di un impianto con esplosivi, radiocontrollato, posizionato in una zona frequentemente battuta in inverno da alpinisti e scialpinisti) e verbale di affidamento dell’esercizio e della manutenzione. In ultima analisi auspichiamo lo smantellamento dell’intero impianto, palesemente inutile e costoso, e la sua cessione ad un comprensorio dove ciò abbia maggior senso, con rientro almeno parziale dei soldi pubblici investiti.


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