L’8 maggio 1978 Rheinold Messner e Peter Habeler raggiungono per la prima volta la vetta dell’Everest senza l’ausilio dell’ossigeno.

Messner and Habeler erano considerati dei pazzi lunatici dalla maggiorparte della comunità degli alpinisti. Avevano già scalato diverse montagne di 8000 metri o poco meno senza ossigeno. Nel 1975 avevano conquistato il Gasherbrum, l’undicesima montagna più alta del pianeta, senza bombole di ossigeno.

Nel 1978 la loro ambizione ancora più sfrenata, ed avevano messo nel mirino l’Everest.

Il loro progetto non era visto di buon occhio dalla comunità degli alpinisti e, soprattutto, da quella scientifica e medica, a causa degli enormi rischi che il tentativo avrebbe richiesto.

Nonostante queste controversie non cambiarono i loro piani, e partirono il 21 aprile, per raggiungere poi Campo 3 il 23 aprile.

Purtroppo Habeler patì un avvelenamento alimentare e dovettero tornare indietro

Raggiunsero nuovamente il Colle Sud il 6 maggio, dopo aver deciso di effettuare un altro tentativo. Il 7 maggio, alle 3 si svegliarono e decisero di partire per il tentativo di cima. Impiegarono due ore solo per prepararsi.

Sebbene le condizioni meteo fossero in peggioramento, decisero di continuare per la cima.

Attorno alle 13.00 o alle 14.00 l’ascesa impossibile era compiuta; nessuno aveva mai creduto fosse possibile.

Messner ed Habeler in vetta

Messner descrisse i suoi sentimenti così:

“Nel mio stato di astrazione spirituale, non appartengo più a me stesso ed a quello che posso vedere; non sono altro che un singolo polmone ansimante stretto, che galleggia sulle nebbie e sulle vette.”

E’ stato realizzato un film su questa incredibile impresa: Everest Unmasked: First Ascent of Everest Without Supplemental Oxygen (1979)

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