Attenzione: Accendere un fuoco in montagna è un’operazione da fare solamente in luoghi adibiti e con le dovute precauzioni. Fiamme libere in contesti selvaggi possono dar facilmente il via ad incendi non controllati ed è assolutamente sconsigliato farlo

Articolo a cura di Marco di Edge of Liberty

Dopo aver indagato quali sono i sintomi legati all’ipotermia e scoperto come combatterla, ci occupiamo della prima tematica di cui l’uomo si è occupato sin dall’alba dei tempi: come accendo un fuoco?

Il fuoco si forma attraverso tre componenti che possiamo visivamente immaginare come lati di un triangolo, detto proprio “triangolo del fuoco”. Queste componenti sono:

– Combustibile: qualsiasi sostanza capace di infiammarsi, organica o inorganica.

– Comburente: usualmente l’ossigeno.

– Fonte d’innesco: sorgente che apporta calore al sistema.

In linea di massima possiamo dire che, per accendere un fuoco in natura, serve un combustibile che abbia la maggior superficie possibile, in rapporto al suo volume, esposta al comburente in modo da massimizzare l’innesco. Per questo si usano spesso i feather sticks, questi non sono altro che un modo di esporre all’ossigeno la maggior superficie possibile di un pezzo di legno.

Servono queste tre cose per accendere un fuoco e per non farlo estinguere, e solitamente un fuoco si estingue per queste ragioni: – Esaurimento del combustibile: allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio dell’incendio. – Soffocamento: separazione del comburente dal combustibile o riduzione della concentrazione del comburente in aria. – Raffreddamento: sottrazione del calore fino a ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione.

Se finisce la legna il fuoco ovviamente si estingue. Se il fuoco non è ben ventilato si estingue. Se il fuoco entra in contatto con troppa umidità, si raffredda e si estingue. Accendere un fuoco senza fiammiferi o accendino non è una cosa per tutti e necessita di molta pratica a seconda del metodo usato.

Esistono 3 maggiori classi di modi per accendere il fuoco:

– Metodi moderni

– Accensione per percussione

– Accensione per frizione

Per metodi moderni si intendono accendini e fiammiferi. Sono risorse non rinnovabili, durano relativamente poco e sono deperibili in alcune condizioni. Per quel che riguarda i metodi a percussione abbiamo due tipologie principali: quello antico ed il firesteel. Il metodo antico consiste nel picchiare una selce (o altra pietra molto dura) con un pezzo di acciaio temprato piuttosto duro (ad esempio una lima). Questo produrrà scintille che andranno a depositarsi su di un’esca (esca primaria) che catturerà tale scintilla ed inizierà la combustione con l’apporto di materiale secco (esca secondaria) e ossigeno. Il Firesteel invece è uno strumento più moderno ed affidabile (e più semplice da utilizzare) fatto dello stesso materiale delle pietruzze degli accendini, lo strumento migliore per accendere un fuoco (avendo la giusta pratica). Si tratta di un cilindretto di ferro-cerio, una lega che se percossa o grattata con un materiale duro produce scintille caldissime che arrivano fino a 3000° Celsius. I metodi di accensione per frizione sono i più complicati da eseguire, i meno affidabili ed i più faticosi; tuttavia sono sicuramente i più affascinanti da studiare e rimangono importanti da conoscere in un’ottica di sopravvivenza. Consistono in diverse tecniche attraverso cui la frizione di due pezzi di legno tra loro crea calore e polvere lignea che una volta raggiunta una certa temperatura diventa brace che è possibile usare per accendere un’esca. Chuck Noland (Tom Hanks) in Cast Away usa proprio uno di questi sistemi per accendere il fuoco.

Ancora una volta bisogna sottolineare come la cosa più importante rimanga sempre la sicurezza, troppo spesso assistiamo alla distruzione di splendidi boschi a causa di incendi provocati dalla cattiva gestione di un fuoco.

Non si scherza col fuoco.

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