Dopo l’avvistamento di lupi nelle campagne del piacentino avvenuto nei scorsi giorni presso il castello di Momeliano (Pc) la situazione è di relativa calma. Nessuna denuncia e nessun allarmismo particolare dopo l’avvistamento di sette esemplari di Canis lupis che si stavano spostando lungo un prato.

A conferma di questo avvistamento e del particolare interesse che questo meraviglioso ed indomito animale stà suscitando negli ultimi anni, anche le prime indagini dei carabinieri del Nucleo Forestale di Piacenza, da tempo impegnati nei controlli previsti dal piano nazionale del lupo.

I lupi hanno manifestato una sorprendente capacità di recupero e dalle poche decine di esemplari sopravvissuti alla caccia all’inizio degli anni ’70; attualmente sono stimati in Italia all’incirca 1800/2000 capi ed ha raggiunto in pratica ogni possibile area di diffusione.

Finalmente si inizia ad avere una visione del lupo più scientifica e meno “antropocentrica” figlia di una tradizione ed una cultura scientifica medioevale. “I lupi sono animali molto elusivi – sostiene P. Genovesi responsabile ISPRA per la fauna selvatica – che non aggrediscono l’uomo e anzi sono riusciti a sopravvivere proprio per questo motivo”.

Negli ultimi anni però la riduzione del suo areale lo ha spinto ad avvicinarsi sempre di più alle zone abitate creando sempre maggiori possibilità di incontro e di rischio “scontro”.
Altro reale pericolo per la specie è quello della ibridazione, un fenomeno con il quale lupi si accoppiano con cani inselvatichiti e perdono in questo modo parte delle loro caratteristiche genetiche e della loro indole.

Fino agli anni ‘70 i pochi lupi italiani erano confinati nelle zone della Maiella e del Parco Nazionale d’Abruzzo ridotti a poche centinaia di esemplari.

Partendo da quelle zone, i lupi hanno saputo riprendersi e riconquistare il loro territorio, seguendo strade e sentieri lungo tutto l’Appennino; si muovono in piccoli branchi costituiti da 2 a 7 individui e ciascuno di essi occupa un areale che puo’ oscillare tra i 120 e i 200 chilometri quadrati.

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