Articolo a cura di Francesco Mancini. Fotografie Paolo Boccabella – Francesco Mancini

Il Grandissimo Appenninista Francesco Mancini del Consiglio Direttivo Club 2000m e C.A.I. Avezzano racconta in esclusiva per Appennino.tv l’inaugurazione ufficiale della nuova Croce posta a quota 2204 metri sulla Cima del Monte Ocre dorsale montuosa interna dell’Appennino centrale abruzzese che domina la conca della Città de L’Aquila.

Sabato 29 Maggio 2021 alle 11.30 si è svolta la commovente funzione religiosa della nuova Croce che ha sostituito quella oramai vetusta e “ poco degna “ che per decenni era stata raggiunta dagli escursionisti su questa cima che in provincia dell’Aquila si trova all’interno della catena del Sirente-Velino e dell’omonimo Parco Naturale Regionale Sirente-Velino.

 La vecchia e malandata Croce issata nel 1983 (Foto di Paolo Boccabella)

La volontà, l’amicizia, la passione e la fede dei 2 principali organizzatori dell’evento Paolo Boccabella, famoso alpinista Aquilano dell’Associazione “ I CORRIDORI del CIELO “, e Igor Antonelli con “ LIVE YOUR MOUNTAIN “ hanno permesso la realizzazione di questo importante posizionamento per la comunità Aquilana.

Se non vogliamo dimenticare le nostre origini e i sacrifici che hanno fatto i nostri ascendenti ricordo che l’asse orizzontale della croce rappresenta di solito l’esistenza terrena e la connessione con gli esseri umani mentre l’asse verticale viene attribuito il significato del divino.

Si può anche interpretare negli assi il maschile e il femminile, lo spirito e la materia o l’anima e il corpo.

Per ogni credente in alto sulla vetta dimostra che Dio è molto al di sopra di tutto e comunque stimola sempre la riflessione e fa affrontare anche alle persone non religiose le questioni elementari della vita.

La vecchia Croce, fatta in semplici tubolari, era stato il frutto dello spirito religioso-montanaro di alcuni operai della ditta appaltatrice dei lavori di ristrutturazione del centro studi internazionale dell’Opus Dei chiamato Tor d’Aveja nel paese di San Felice d’Ocre che insieme ad alcuni ospiti vollero installare nel 1983 questo simbolo religioso Cristiano sulla montagna più alta della zona.

Fu proprio Paolo Boccabella legato da anni anche al Soccorso Alpino de L’Aquila e con ben 42 Cime da 4000 metri sulle spalle che insieme alla Associazione “ LA SOLAGNA “ ha iniziato la logistica dell’operazione di sostituzione con una realizzata in legno dall’artista falegname Antonello Dox in legno più piccola, discreta e sicura perfettamente integrata nel bellissimo ambiente circostante.

Mancava quindi solo la Benedizione opera di non semplice realizzazione vista l’ubicazione della Croce su una Cima in quota impossibile da raggiungere per un religioso “ non montanaro “.

Prendendo spunto dalle parole di PAPA FRANCESCO “ la Chiesa si interessa di sport perché le sta a cuore l’uomo, tutto l’uomo  e riconosce che l’attività sportiva incide sulla formazione della persona, sulle relazioni, sulla spiritualità” per questo motivo Don Franco D’Angelo si è messo a disposizione come religioso e nella fattispecie anche grande montanaro (visto che si è fatto 1100 metri di dislivello positivo salita direttamente dalla piccola frazione del paese di San Martino D’ocre) per tradurre in realtà l’impegno sportivo e religioso di tante persone che si sono adoperate prima, durante e dopo il posizionamento della Croce.

Ma d’altronde Don Franco non è nuovo a queste iniziative visto che da tanti anni celebra la Messa del 26 Dicembre presso il Fondo della Salsa ai piedi della parete nord del Monte Camicia in ricordo dei caduti del Gran Sasso d’Italia come anche la messa a quota 1800m di Fonte Cefalone dove il 24 Gennaio del 2017 perirono in un intervento di elisoccorso le sei persone a bordo: il pilota, un tecnico di bordo, un membro del Soccorso alpino, un medico, un infermerie e il ferito.

 “ La montagna ha una sua dimensione cristiana genuina che non si trova dalle altre parti “

Don Franco è abituato alla dura vita di montagna perché da più di 20 anni è il Parroco di 4 parrocchie e 12 frazioni ai piedi del Gran Sasso D’Italia nonostante sia nato a Mosciano vicino al mare di Giulianova da un Medico di Castelli paese che è diventato poi il Suo luogo principale di vita per tramandare la parola del Vangelo.

Nei dialoghi con Don Franco mi ha colpito la sincerità con cui ha definito certe situazioni che non dovrebbero avvenire nel mondo della Chiesa soprattutto da coloro che la rappresentano perché dice noi Sacerdoti siamo “ pastori con l’ odore delle pecore ” proprio come avviene sui monti prendendo spunto da altre parole espresse dal Santo Padre.

Tutto ha inizio il 21 ottobre 2020 quando Paolo Boccabella insieme ad Igor Antonelli, Fabio Mosca, Raffaele Adiutori, Settimio Perilli, Armando Coccia, Daniele Petricola e Antonello Dox il falegname artista che ha realizzato la Croce trasportano l’occorrente presso la Valle di Settacque dove poi a spalla per la Croce e a mano per il basamento (pesavano decine e decine di Kilogrammi) si sono alternati per portare tutto sulla Cima.

I primi di Aprile 2021 è stata anche posizionata la Targa del Comune di Ocre che sanciva per sempre la condivisione della collettività insieme alla Polisportiva di San Martino d’Ocre con il Paese e la comunità “ La Solagna “ che hanno coperto i costi vivi di tutta l’operazione.

Ricordiamo infatti che i paesi alle pendici della montagna hanno preso il nome del monte che li sovrasta perché il nome Ocre deriva da dialetti arcaici indigeni equivalenti a “ Monte Roccioso “.

Per salire su questa montagna si può partire da Campo Felice per Forca Miccia, dal Valico della Crocetta, da Lucoli e Casamaina, da Bagno, da Rocca di Cambio ma noi siamo partiti proprio dal Fontanone di San Martino d’Ocre che guarda tutto il versante nord della lunga cresta quasi dolomitica.

Alle 7.30 il gruppo inizia la lunga salita che in 3 ore ci porterà per 13 Km fra andata e ritorno con 1100 metri di dislivello accumulato positivo sulla Cima.

Il Grande Appenninista Francesco Laurenzi sarà il capo cordata scortando in primis il nostro Don Franco che non essendo mai stato da queste parti non conosce i luoghi ma fermamente convinto che bisogna meritarsi i momenti che vivremo sopra la cima faticando per arrivarci.

Intanto altri piccoli gruppetti ci raggiungeranno successivamente sia dallo stesso itinerario che da Rocca di Cambio e da Campo Felice.

Il meteo ci aiuterà perché era prevista pioggia dopo il mezzodì ma così non è stato forse qualcuno dall’alto ci ha visto.

Sotto lo sguardo del magnifico anfiteatro ancora innevato dei versanti a nord della Duchessa e del Velino lasciamo il passo per primo a Don Franco che tocca la Croce come un Padre che accarezza il Figlio.

Aspettiamo che arrivino tutti prima di iniziare la messa con il silenzio addolcito dallo scampanellare delle mucche della sottostante Valletta di Settacque.

Il sottoscritto e l’Avvocato del Foro dell’Aquila Giuliana Martinelli sono onorati di aiutare il parroco nelle letture di rito.

Il culmine con la Benedizione alla presenza di 2 dei rappresentanti materiali dell’operazione il Maestro Paolo Boccabella e l’emozionato Fabio Mosca purtroppo Igor Antonelli e gli altri per improcrastinabili impegni personali e familiari non hanno potuto presenziare.

Bellissima l’idea e l’impegno di Angelamaria Tresca di riprendere con la diretta Facebook alcune parti della funzione religiosa così da permettere a coloro che non hanno potuto o voluto essere presenti una partecipazione indiretta.

E si perché ancora una volta non ci si capacita di come sia mancata ancora una volta una seppur piccola delegazione delle locali Sezioni del Club Alpino Italiano.

Si chiude con la squillante voce di Angelamaria che oltre ad essere una grandissima montanara fa anche parte del Coro di Tornimparte lanciando e intonando il Signore delle Cime a ricordo dei tanti nostri amici scomparsi.

Alcuni presenti che non conoscevamo vanno subito via ma non potevo non realizzare la foto ricordo degli Appenninisti del Club 2000m che sono intervenuti anche da Roma per ritrovarsi insieme dopo tanto tempo visti i divieti imposti dalla situazione pandemica vissuta.

Si riparte con il cuore in letizia per aver vissuto il tocco finale che mancava dove la spiritualità si è unita alla montagna.

Tornando a valle c’è stata la gradita sorpresa della Polisportiva San Martino che ha voluto offrirci il caffè al Rifugio Malequagliata, appena ristrutturato e fruibile per la prossima stagione estiva un balcone verde a oltre 1400 metri di altitudine.

Salutiamo e ringraziamo tutti coloro che sono intervenuti ma soprattutto Don Franco D’Angelo che continuerà il suo cammino sui sentieri della vita materializzando le parole scritte proprio oggi da Monsignor Dario Edoardo Viganò (Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali) sul quotidiano LA PROVINCIA: “ La Chiesa è chiamata ad incontrare le persone, a fasciare le ferite, ad annunciare la misericordia…non si può essere Chiesa in salotto ma per strada “ proprio come il nostro DON FRANCO.

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