A seguito delle varie interrogazioni parlamentari il governo ha accolto le richieste di revisione della legge regionale che ha effettuato dei tagli importanti nell’estensione del Parco Velino-Sirente impugnando la legge.
L’ultimo appello, in ordine di tempo, quello di una moltitudine di sigle e persone interessate all’area del Parco, sembra aver sortito il suo effetto
Stimato Presidente Draghi, egregio Ministro Cingolani,
il Parco Regionale Sirente-Velino – Regione Abruzzo – costituisce fondamentale area di espansione e corridoio ecologico per l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), probabilmente la specie animale più rara, importante, iconica e significativa della fauna italiana.
Negli ultimi decenni è stata riscontrata costante frequentazione del Parco Regionale da parte della specie e una utilizzazione continua nel lento processo di neo-ricolonizzazione dell’orso (non più di
50-60 esemplari secondo le più recenti stime) verso i settori più settentrionali dell’Appennino: Cicolano e Appennino reatino, versanti occidentali del Parco Nazionale del Gran sasso e Monti della Laga, fino ad arrivare al Parco Nazionale dei Monti Sibillini.Il Parco Regionale Sirente Velino, istituito con L.R. n. 54/1989, fa parte della Rete Natura 2000 con la sua Z.P.S. e le sue Z.S.C. recentemente disciplinate dalle Misure Minime di Salvaguardia approvate con D.G.R. dalla Regione Abruzzo. La medesima Regione Abruzzo, assieme alla Regione Lazio e alla Regione Molise, oltre a tutti i parchi e riserve naturali dell’Appennino centrale, compreso lo stesso Parco Regionale Sirente Velino e il Ministero per la Transizione Ecologica (già Ministero per l’Ambiente), risultano aver sottoscritto il Protocollo per l’attuazione del P.A.T.O.M. (Piano di Azione nazionale per la Tutela dell’Orso Marsicano).
Alla luce di queste importantissime statuizioni sarebbe stato fortemente auspicabile che la Regione Abruzzo provvedesse ad ampliare il proprio – unico – Parco Regionale fino a raccordarlo territorialmente col Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, core-area della distribuzione dell’orso marsicano, al fine di renderne più sicuri e meno soggetti a rischio gli spostamenti fisiologici legati alla biologia della specie.
Dal punto di vista tecnico-giuridico, già in passato, la Commissione Europea richiese misure di protezione sito-specifiche, per la quale nei confronti dell’Italia, non avendole individuate per tempo, venne avviata una procedura d’infrazione comunitaria che per la Regione Abruzzo è stata evitata in extremis solo grazie alla recente adozione delle citate Misure Minime di Salvaguardia. Queste misure diedero ovviamente per scontato che le aree, che oggi risultano escluse, ricadessero nella Rete Natura 2000 con tutti i suoi livelli di protezione.
Viceversa la Legge Regionale n 14 del 8 giugno 2021 riduce la superficie del Parco Regionale di oltre 6.000 ettari, esponendo così a rischi sempre più alti la naturale mobilità degli esemplari pionieri della specie. Non appare inutile sottolineare a questo punto che il medesimo Parco Regionale costituisce pure sito di riproduzione di altre specie di interesse comunitario come aquila reale e falco pellegrino. Con la riduzione dei confini si arriva quindi al paradosso che tali siti di riproduzione di specie di interesse europeo avranno un livello di protezione che non rispetta gli standard comunitari, mancando misure che tenessero conto di questa deprecabile novità della contrazione del Parco.
Consapevoli e sostenitori dell’impegno e dell’attenzione che il Governo sta dedicando alla problematica dei ripristini ecologici e della tutela ambientale, in sintonia con i principi indicati dall’Unione Europea e della c.d. Next Generation EU, i sottoscritti chiedono vibratamente che venga con urgenza presa in considerazione l’ipotesi di una impugnazione della Legge n. 14 del 8 giugno 2021 della Regione Abruzzo poiché in palese contrasto con le normative e linee di indirizzo tanto governative che europee.
I sottoscritti, aderenti moralmente al gruppo che si batté per la difesa dei principi della Legge Quadro sulle Aree Protette (L. 394/91) nell’ambito della XVII Legislatura (autodefinitosi per sintesi “Gruppo dei 30”), convinti che si vorrà prestare la massima attenzione a questa richiesta, inviano i più cordiali auguri di buon lavoro a tutto il Governo.
Il governo ha impugnato una legge approvata dal consiglio regionale d’Abruzzo, ponendo un freno, ancora una volta, alla maggioranza di centrodestra alla guida della Regione Abruzzo
Su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini (Forza Italia), il Consiglio dei Ministri ha deliberato di impugnare la sciagurata legge 14 dell’8 giugno 2021, recante la “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini. Modifiche alla l.r. 42/2011”.
Ricordiamo che il provvedimento prevede il taglio di 6.500 ettari di area protetta, con la modifica, contestuale, della governance del Parco regionale. Per il governo, “talune disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di aree naturali protette e in materia di ordine pubblico e sicurezza e violano l’articolo 117, secondo comma lettera g), h), l) e s) della Costituzione”.
L’articolo 117, al secondo comma, sancisce che lo Stato ha legislazione esclusiva su determinate materie e, in particolare, sull’ordinamento e l’organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali (lettera g); sull’ordine pubblico e la sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale (lettera h); su giurisdizione e norme processuali, sull’ordinamento civile e penale, sulla giustizia amministrativa (lettera l); sulla tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali (lettera s). Fonte: newstown