Il Consiglio Internazionale Unesco MaB riunitosi ad Abuja, in Nigeria, ha ufficializzato l’allargamento della Riserva di Biosfera Unesco dell’Appennino Tosco-Emiliano; un riconoscimento all’intera regione a cavallo tra Emilia, Toscana e Liguria.
Questa riserva Unesco, nata nel giugno 2015, passa così da 34 a 80 comuni che variano da 105 ad oltre 350 mila abitanti, da 7 a 16 aree protette, da 24 a 40 Siti della Rete Natura 2000, arrivando fino alle porte delle città di Reggio Emilia e Parma.
La sua estensione raccoglie varie e diverse tipologie di ambienti, la prima collina e l’Appennino Modenese e Reggiano, la Lunigiana e Garfagnana, fino a lambire le Alpi Apuane e il mar Tirreno.
Nelle aree protette e nei siti della Rete Natura 2000 entrati nella Riserva sono ricompresi anche quelli gestiti dall’Ente Parchi Emilia Centrale, che molto si è speso negli ultimi tre anni per il raggiungimento di questo risultato, già comunicato ai sindaci dei territori interessati in una riunione apposita.
Si tratta, in particolare, dei Parchi regionali del Frignano e dei Sassi di Roccamalatina; delle Riserve naturali regionali delle Salse di Nirano, della Rupe di Campotrera e di Sassoguidano; il Paesaggio naturale e seminaturale protetto Collina Reggiana-Terre di Matilde, assegnando alla “macroarea” Emilia Centrale la maggior parte di territorio protetto della Riserva Unesco.
Le “Riserve della Biosfera” sono aree di ecosistemi terrestri e marini in cui, attraverso un’ appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema all’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali.
In pratica, una Riserva MaB è un luogo che l’UNESCO considera un esempio di sostenibilità per il mondo intero, un luogo in cui il rapporto tra uomo e natura si svolge in modo armonico; cioè un riassunto semplice di ciò che consideriamo magico ed unico in Appennino.