Abbiamo una testimonianza diretta di quello che avvenne nel 1932, in questi giorni, sul Murolungo e che è stato raffigurato in questa copertina della “Domenica del Corriere”

Disegno di Achille Beltrame per la Domenica del Corriere

Dal diario della Capanna Placidi, il nipote del protagonista del curioso episodio, Mario Placidi Spring, ci ha voluto donare questa testimonianza.

Mario Placidi, classe 1909, si dedicò per moltissimi anni della sua giovinezza all’esplorazione alpinistica e sciistica del massiccio del Monte Velino. Insieme ad amici di Sant’Anatolia, tra cui un giovanissimo Gino Panei (conosciuto poi universalmente come Gigi) diede vita ad un vero e proprio Sci Club e , nell’estate del 1931, costruì la Capanna Placidi, un vero e proprio rifugio che avrebbe trovato ubicazione nel Vallone del Cieco, poco sotto la Fonte di Salomone e che sarebbe servito come base per le scorribande alpinistiche del gruppo. 

Il libro di questo rifugio è una risorsa notevolissima che, insieme alle imprese alpinistiche e sciistiche, riporta anche avventure e aneddoti incredibili come quello di un attacco subito da Mario ad opera di un’aquila durante una scalata della parete sud del Murolungo.

Dal diario della Capanna Placidi:


“17-3-32 Partito stamane alle 6 da Sant’Anatolia, giungo qui al rifugio alle ore 13. Sono sfinito….per una brutta avventura capitatami, che a momenti mi costa la vita. Dato il tempo bello, imboccata la Valle di Teve, mi sono portato sotto la parete del Muro Lungo, per effettuarne la scalata, a me nota, perché già compiuta altra volta. Salendo detta parete, a circa 350 m. dall’attacco, in una buca di uno stretto fanalino per cui faticosamente mi arrampicavo ho trovato un nido d’aquile, con dentro un gran numero di ossa e orsetti di ogni specie di animali, nonché una lepre quasi intera ancora sanguinante. Mentre ero lì a contemplare la strage compiuta dai rapaci, ho inteso vicino a me, sopra di me, un gran battito di ali, seguito da uno spostamento d’aria insolito. Faccio appena in tempo a voltarmi che vedo a tre metri da me una grossa aquila, dall’occhio sinistramente temibile. Il suo primo impeto lo arresto con la piccozza, fortunatamente. Indì, dagli altri ripetuti assalti , violenti, mi difendo alla meglio, con una sola mano, chè l’altra è impegnata a tenermi aggrappato alla roccia. Non so nemmeno io quanto questa lotta impari sia durata: certo vi è, che ad un tratto, mi sono sentito mancare l’aria, avvolto da una nube di neve. Fortunatamente ero molto addossato e riparato dalla parete, sicché l’ammasso di neve mi ha lasciato incolume. L’aquila l’ho vista inabissarsi sotto la violenza di quello. Sono salvo, chè vedo l’uccellacciosquagliarsi più tardi in direzione dell’antistante voragine del Monte Rozzo. Riavutomi un momento, compio una facile traversata a sinistra, e mi porto al sicuro nella Valle del Cieco, indi al rifugio.Riparto alle 14.30 per S.Anatolia. Turbina nevischio.” 

Mario Placidi


A questo evento fu dedicata anche la copertina di un’edizione della Domenica del Corriere che in didascalia all’illustrazione pittorica, recita:” Un alpinista che stava scalando la parete meridionale del Murolungo, nelle montagne abruzzesi del Velino, veniva assalito improvvisamente da un’aquila. Il giovine si difese a colpi di piccozza; ma la lotta avrebbe avuto per lui un tragico epilogo, se una valanghetta di neve non si fosse abbattuta con violenza sul rapace, travolgendolo.”


Per la cronaca, la capanna placidi venne distrutta nel febbraio del 1936 da una grande valanga.

Il diario della Capanna Placidi

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