Sono passati oramai quasi 7 gg da quando la terra è tornata a tremare al largo delle Marche e come tutte le volte, torna la paura in quei paesi in cui un terremoto nel 2016, causò morte e distruzione.
Una settimana è passata ma lo sciame sismico se pur decisamente più affievolito non vuole smettere. Nella notte infatti sono state registrate varie scosse di terremoto, dopo quella di magnitudo 3.9 di venerdì 12 novembre delle 21:41 di ieri sera.
Durante lo scorso weekend si sono registrate oltre 40 scosse con una magnitudo compresa tra 2 e 3 gradi della scala Richter segno questo di una attività ancora non esaurita ma che fortunatamente si stà attenuando.
I movimenti tellurici rilevati durante la notte, con epicentro in mare davanti alla costa anconetana e quella della provincia di Pesaro Urbino probabilmente si sono generati dalle faglie sottomarine (denominate in gergo sorgenti sismogenetiche) comprese tra Pesaro e Senigallia e sono rimasti sotto la soglia di una magnitudo 3, tranne uno, alle 23:38 davanti alla costa di Ancona, arrivato a 3.3.
Molti sono stati avvertiti dalla popolazione ma al momento non ci sono segnalazioni di ulteriori danni e se pur lentamente si torna alla normalità e alla convivenza con questo fenomeno naturale che da SEMPRE è presente in questi luoghi.
Secondo l’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia questo sciame è la conseguenza di un “ terremoto di grande intensità”, con un epicentro registrato a 6-8 km di profondità, nella zona della fascia costiera adriatica, a circa 30 km a largo di Fano.
Siamo stati fortunati: solo una grande paura dovuta al fatto che il terremoto ha colto di sorpresa – come sempre -visto che ad oggi non esiste un metodo scientificamente riconosciuto valido per prevedere un terremoto.
Danni importanti non ve ne sono stati fatto slavo qualche cornicione caduto e qualche vetro rotto, condito con buona dose di spavento.
Visto che i tre evento principali si sono verificati a circa 20/25 km dalla costa marchigiana e che avevano una profondità compresa tra i 2 ed i 5 km cioè relativamente superficiali, si temeva che esso potesse innescare uno tsunami ma, fortunatamente ciò non è avvenuto.
La zona di propagazione, però, è stata molto ampia sulla terraferma, questo ha fatto si che il pavimento, abbia tremato anche parecchio distante dalle Marche.
Nella immagine, la mappa delle accelerazioni sopportare dal terreno a seguito dell’evento di Mw 5.5 di martedi 9 novembre 2022 (fonte INGV).
Nb: indicativamente queste accelerazioni sono percepite come oscillazioni dei fabbricati/vetri cioè quella che potremmo definire inpropriamente come “la sensazione del terremoto”.

Nessuna previsione scientifica è possibile sui prossimi eventi; in quanto ad oggi non esiste un metodo riconosciuto da tutto il mondo scientifico per prevedere un terremoto. Sicuramente lo sciame sismico continuerà, speriamo ancora per poco con una potenza via via sempre più flebile. Ciò però non esclude la possibilità di qualche scossa dalla magnitudo più importante.