Non solo custodire ma sviluppare in modo etico e sostenibile nel tempo si può, si deve
Non solo custodire ma sviluppare in modo etico e sostenibile nel tempo, queste le motivazioni del premio al primo parco emiliano; una area vasta 4 provincie (Massa, Lucca, Parma e Reggio-Emilia) e due regioni (Emilia e Toscana), a dimostrazione che se si vuole si può.
Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano apripista nell’erogazione di nuovi servizi ambientali a partire dalla vendita di crediti di sostenibilità, anche grazie alla doppia certificazione FSC (Forest Stewardship Council) e PEFC (Programme for de Endorsement of Forest Certification), che ha recentemente ottenuto, primo in Italia e in Europa.
Due attestazioni che dimostrano come sia possibile gestire in modo sostenibile non solo il proprio patrimonio ambientale – foreste, acqua, suolo, biodiversità –, ma anche le attività turistico-ricreative, con importanti ricadute per quanto riguarda l’attrattività di zone interne con la gestione ed il contenimento del climate change.
“Un risultato frutto di un lavoro lungo diversi anni che oggi dà I suoi frutti” come spiegato dall’ assessore regionale Barbara Lori e il presidente del parco Fausto Giovannelli.
“Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, si inserisce in un pacchetto più ampio di misure che ci auguriamo che possa essere replicato anche da altri Parchi- ha spiegato l’assessore Lori. I nostri obiettivi, in linea con il Patto per il lavoro ed il clima, sono ambiziosi ma realizzabili.
Primo fra tutti la gestione dei boschi e delle foreste, che coprono oltre il 30% del territorio regionale, ma anche alla realizzazione di interventi di riforestazione di aree urbane e di pianura.
E ancora alla diffusione di buone pratiche per ridurre le emissioni di anidride carbonica e incrementare gli assorbimenti nella filiera foresta-legno grazie al progetto LIFE CO2PES&PEF di cui siamo partner o al tavolo regionale che per la prima volta abbiamo avviato con tutte le realtà impegnate in quest’ambito, a partire da quelle in campo scientifico.
La cessione dei crediti di sostenibilità concorre nel dare un contributo al miglioramento della qualità dell’ambiente e ad attivare cicli virtuosi a beneficio delle generazioni future che, come Regione, sosteniamo e continueremo a sostenere”.
“Per la prima volta su una superficie di oltre 10mila, previa pianificazione e certificazione di gestione sostenibile e responsabile, si sono riconosciuti e remunerati i servizi ecosistemici – ha sottolineato Giovannelli.
E’ un’azione di ricerca e sviluppo raccordata coi principi riconosciuti in ambito accademico e istituzionale a livello italiano ed europeo.E’ una rivoluzione culturale in grado di convivere con le attività tradizionali di prelievo di legname e di migliorarle nel tempo”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Diego Florian, direttore dell’associazione FSC Italia e Antonio Brunori, segretario generale dell’associazione PEFC Italia.
I crediti di sostenibilità
Le certificazioni attestano che il Parco nazionale Appennino tosco-emiliano applica tecniche di gestione innovative e sostenibili nel tempo dal punto di vista ambientale e permettono alle essenze del parco stesso di accumulare CO2 in discrete quantità nei serbatoi forestali (i boschi).
E che proprio per questo potrà ora vendere i crediti di sostenibilità accumulati – circa 4.100 nel 2022, pari ad altrettante tonnellate di CO2 assorbite in più dagli alberi e sottratte all’atmosfera, al prezzo di 33 euro ciascuno – alle imprese impegnate in progetti di miglioramento ambientale, generando un ricavato pari a circa 135 mila euro.
Va precisato che i crediti di sostenibilità sono il risultato di gestione virtuosa delle foreste non solo dal punto di vista del sequestro di carbonio, ma anche per quanto riguarda l’acqua, il suolo, la biodiversità e il turismo.
E questi valgono molto di più di un credito di carbonio perché se ben sfruttati genereranno un indotto sul territorio che andrà anche oltre i confini del parco.