Creare una università dell’Appennino per affrontare le sfide del futuro non ultima quella dei giovani e del cambiamento del clima.

Molte sono le voci che si sollevano periodicamente in difesa delle aree montane/rurali/interne ecc. ma ad oggi poco o niente si è realmente fatto.

Questa volta tocca alla consigliera modenese Giulia Gibertoni porre in evidenza come le nostre care montagne sono state per troppo tempo considerate legnaie e poco più.

La sfida riguarda la possibile creazione di un’“Università della Montagna” o di un’“Università dell’Appennino” (nome molto più musicale) seguendo l’esempio di Edolo e di collaborare con le Università presenti nella regione -ma anche oltre- per promuovere un maggiore scambio e diffusione di opportunità formative, corsi professionalizzanti e tavoli di lavoro dedicati alle tematiche montane.

Il progetto Unimont, con la sua sede operativa situata a Edolo, emerge come un esempio concreto di successo; avviato dall’Università Statale di Milano, in collaborazione con enti territoriali quali il Comune di Edolo, ed altri realtà locali delle valli lombarde, l’iniziativa si focalizza sulla formazione e la ricerca relative alle sfide che la montagna dovà affrontare in un futuro molto prossimo, non ultima quella climatica.

La consigliera sottolinea l’importanza di avvicinare l’università ai territori, nonché di promuovere il dialogo e la collaborazione con le comunità locali. Ritiene che solo attraverso una strategia di decentralizzazione e valorizzazione delle peculiarità dei territori si possa evitare il declino di intere aree regionali e la conseguente perdita di conoscenze e opportunità.

Ma qualcosa si è già messo in moto anche da noi, infatti questa proposta trova riscontro nel già esistente progetto Alfonsa coordinato dall’Università di Modena e Reggio per l’Appennino, AL.FO.N.S.A. mira a promuovere l’Alta Formazione e l’Innovazione per lo Sviluppo Sostenibile dell’Appennino attraverso programmi mirati in collaborazione con vari attori privati e pubblici, al fine di fornire competenze specifiche a supporto dello sviluppo sostenibile delle aree appenniniche.

L’interrogazione proposta dalla Consigliera Gibertoni apre la strada a interessanti scenari e opportunità per l’Appennino reggiano. I modelli di sviluppo su cui si è basata la società moderna hanno trovato terreno fertile soprattutto nelle città, grazie alla loro accessibilità e alle reti consolidate ma questo scenario sta attraversando un processo di trasformazione.

Le sfide coinvolgono anche i territori montani, che presentano problematiche specifiche. Lo spopolamento rappresenta una delle principali preoccupazioni, poiché riflette la salute di queste comunità.

Per abbracciare questa nuova modello di visione della vita in montagna, non solo più legna a go go, è necessario adottare un approccio differente, è fondamentale smettere di considerare le aree montane come destinatarie di assistenza e invece investire nelle idee e in una serie di visioni che guardino al futuro e non al passato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *