Partite le riprese del docufilm che racconta la storia di personaggi che incrociandosi 10 anni fà hanno dato origine al cammino e lancia uno sguardo al futuro.
Sono iniziate da pochi giorni, tra Bologna e Firenze, le riprese del documentario intitolato “La strada che incanta”, storia della origine della Via degli Dei. Questo film di circa 60 minuti ha l’obbiettivo di raccontare le origini e anche le ragioni del successo di uno dei cammini più frequentati del nostro paese.
Itinerario antico, ma anche cammino moderno e maturo; infatti il prossimo anno compie I suoi primi dieci anni. Era il 2014 quando i comuni attraversati dal cammino e le due provincie sottoscrivevano la convenzione per dare gli strumenti e le possibilità di crescita a questo piccolo ennesimo miracolo turistico italiano.
Bologna, Casalecchio, Sasso, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro sul versante emiliano e Firenzuola, Barberino di Mugello, Scarperia e San Piero a Sieve, Borgo San Lorenzo, Vaglia, Fiesole e Firenze sul versante toscano probabilmente non pensavano ad un tale successo di pubblico che lo scorso anno ha toccato quota 22,000 presenze e che alla luce dei dati odierni crescerà ulteriormente in futuro.
Questa meraviglia appenninica ha spinto la produzione del film che ne ha affidato la realizzazione a Diego Zicchetti e Serena Saporito in qualità di autori e regista ed aiuto regista di questa storia che a ua volta prende spunto dal film “Una gita scolastica “di Pupi Avati del 1983.
Il docufilm di oggi racconta la storia di Sergio Gardini e della compagna Marinella Frascari, per tanti anni accompagnatori volontari del Cai. Insieme ad altri volontari, per il bene comune del loro territorio, l’Appennino, il gusto della scoperta e dello stare assieme, cambiarono la storia di quella che era già conosciuta dagli abitanti come la Via degli Dei, ma di cui poco o nulla si sapeva.
Non manca nemmeno il ricordo di due archeologi per passione, oggi scomparsi, che hanno dedicato la vita alla ricerca delle tracce dell’antica Flaminia Militare, riuscendo a portare alla luce antichi basolati romani in alcune parti del tracciato che oggi sono toccati dal cammino.