I Monti Lucretili (detti anche Lucretini) sono una breve catena montuosa che fa parte del Subappennino laziale. Rappresentano la propaggine più meridionale dei Monti Sabini.
La catena dei Lucretili, nota anche come “Gruppo del Monte Gennaro”, ha come vetta più alta il Monte Pellecchia (1.369 m) e si estende nei territori dei comuni di Licenza, Marcellina, Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, Nerola, Orvinio, Palombara Sabina, Percile, Poggio Moiano, Roccagiovine, San Polo dei Cavalieri, Scandriglia e Vicovaro.
Le altre vette sopra i mille metri sono: Monte Gennaro (1.272 metri); Cima di Coppi (1.209); Cima Casarene (1191); Monte Guardia (1.185); Monte Croce (1.080); Monte Aguzzo (1.063); Monte Morra (1.036); Cimata delle Serre (1.007) e Monte Follettoso (1.004).
Geologia
Montagne calcaree come il resto dell’Appennino laziale-abruzzese, i Lucretili offrono il consueto spettacolare campionario di paesaggi tipico della morfologia carsica: ampi pianori (Pratone di monte Gennaro), doline (due delle più grandi sono oggi occupate dai Lagustelli di Percile), solchi e altre caratteristiche forme erosive. Le pareti più aspre sono quelle del Morra o del Fosso della Scarpellata, mentre altrove come a monte Pellecchia dominano il paesaggio ampie e arrotondate dorsali. La successione stratigrafica del gruppo è costituita in massima parte da formazioni sedimentarie di origine e di ambiente marino, depositatesi a partire da circa 200 milioni di anni fa nell’antico oceano mesozoico. L’orografia dell’area rispetta l’allineamento appenninico generale con asse nord-sud, e rappresenta sostanzialmente un territorio costituito da tre corrugamenti montuosi principali separati in modo più o meno netto da sistemi di faglie su cui si sono impostate incisioni torrentizie.
Flora
La vegetazione del Parco è ricca e varia, grazie alle diversità climatiche e all’intreccio di specie a provenienza mediterranea, centroeuropea e balcanica: ne è un buon esempio lo storace, dai delicati fiori bianchi e simbolo stesso del Parco. Ma a primavera e in estate non è difficile incontrare lungo il cammino anche gigli martagoni, zafferanastri gialli, orchidee. I boschi rivestono il 70% del parco ma solo in minima parte si tratta di fustaie, per esempio alla valle Cavalera dove si trovano i faggi più maestosi. Poco più in alto, affacciati sullo spettacolare Pratone di Monte Gennaro, fanno bella mostra anche alcuni esemplari di acero di dimensioni davvero ragguardevoli.
La flora dei Lucretili fu indagata tra i primi da Federico Cesi (1585-1630), tra i fondatori della prima accademia scientifica del mondo moderno, l’Accademia dei Lincei.
Fauna
Nel territorio del Parco nidifica una coppia di aquile reali , occupanti il nido più vicino a Roma che si conosca. Altri rapaci presenti sono il falco pellegrino, lo sparviero, il pecchiaiolo, i più comuni gheppio e poiana. Nelle aree sommitali un incontro fortunato è quello con piccole brigate di coturnici, mentre gli habitat forestali ospitano picchi rossi maggiori e picchi muratori, rigogoli, cuculi. Tra i mammiferi il lupo è segnalato sporadicamente, mentre è costante la presenza di volpi, tassi, cinghiali e istrici e almeno cinque specie di pipistrelli. I laghetti di Percile, i fossi e i fontanili sono l’ambiente preferito da numerosi anfibi tra cui la salamandrina dagli occhiali, il tritone crestato e il tritone punteggiato, l’ululone appenninico . Tredici le specie di rettili censite finora, tra cui la testuggine comune e il saettone. In alcuni corsi d’acqua è segnalato il bel gambero di fiume, indicatore della qualità ambientale e sempre più raro nei fiumi del Lazio.