Il Monte Viglio è posto al confine tra il Lazio e l’Abruzzo e rappresenta la vetta più alta del sottogruppo montuoso dei monti Ernici.
L’escursione richiede una buona preparazione fisica, ma, come tutte le escursioni ad anello, la fatica è ricompensata da un’esperienza suggestiva che fa conoscere, in un’unica occasione, percorsi e visuali differenti.
In questo caso l’anello è stato compiuto nel mese di settembre.
Itinerario
Si giunge nel piccolo paese di Meta, frazione di Civitella Roveto, alle pendici del Monte Viglio sul versante abruzzese. Si parcheggia nella piazza antistante la chiesa e ci si dirige verso il dismesso campo sportivo, a circa 600 m dal punto di partenza (Via del Campo sportivo, da Google maps).
Giunti in località “la Ravara” ove è il dismesso impianto sportivo, ci si tiene a sinistra del muretto di recinzione, cominciando a seguire la segnaletica bianco-rossa. Si arriva senza molta fatica a quota 1200 m slm in località “Peschio Merundi”(o Peschie Meruno): qui il percorso si fa impegnativo e lascia intendere perché la zona sia così denominata (il termine “Peschio” o “Pesco” in toponomastica significa luogo ripido, impervio). Infatti, in questo tratto di percorso si accumula la maggior parte del dislivello in salita con pochi chilometri.
Bisogna far attenzione ai segni, poiché più distanziati l’uno dall’altro.
Si giunge in continua salita fino a quota 1770 m slm al Belvedere di Monte Piano, luogo ove si trovano una croce e una statua votiva. Un cartello indica i vari percorsi e si intraprende la direzione S per il Monte Viglio (sentiero 696 a sul cartello).
Si aggira il Monte Piano seguendo i segni bianco-rossi, ridiventati abbastanza frequenti, fino ad arrivare in vista di un’altra statua: si tratta della statua di S. Giovanni, posta dagli abitanti di Civitella Roveto devoti al Santo.
Da qui si domina con una splendida visuale tutta la Val Roveto.
Si riprende il cammino puntando alla vetta de I Cantari, che, insieme al Gendarme (da raggiungere poco dopo) rappresenta una cima secondaria della catena. Da I Cantari la vetta del Monte Viglio si erge a un passo, preceduta dalla mole possente del Gendarme.
La salita a quest’ultimo è molto divertente e presenta alcuni facili passaggi di arrampicata.
Durante la stagione invernale è comunque possibile aggirare tali difficoltà, prendendo il sentiero che si abbassa sulla destra verso valle, per poi puntare decisamente al Monte Viglio.
Se si sale al Gendarme, per la croce del Monte Viglio occorrono altri 25 min.
Dalla vetta si gode di un panorama a 360°: nelle giornate limpide, e con un buon obiettivo, è addirittura possibile vedere le isole pontine.
Si ridiscende per la cresta sud-est, superando un pianoro denominato “Fossa comune”, nei pressi del quale è situato un cippo indicante il confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli. Si seguono i segni bianco-rossi arrivando in vista del profondo Vallone di Femmina Morta, del Monte Crepacuore e di Campocatino in lontananza. La cresta discende molto velocemente verso un’altra statua votiva e una croce (Croce Cerasoli) in località “l’Arsiccia”.
Da qui il percorso per Meta è molto intuitivo. Si prosegue fino a raggiungere il rifugio Cerasoli e si percorre per pochi metri in discesa la comoda carrareccia che sale dal borgo di Meta.
All’altezza di una fonte, anziché seguitare sulla comoda carrabile, si vira decisamente nella faggeta (segni bianco-rossi presenti).
Il percorso in discesa incrocia varie volte la carrabile, finché si giunge in vista delle prime case. Qui si resta sulla strada che, dapprima brecciata e poi asfaltata, riporta al punto di partenza.