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La Cresta NE è una classica salita alpinistica di bassa difficoltà, ma da non sottovalutare per la lunghezza e la delicatezza di alcuni passaggi; cordate ben affiatate possono effettuare quasi tutta la salita in conserva, ad eccezione dei primi due tiri.

Avvicinamento

Dall’arrivo della funivia di Prati di Tivo, località La Madonnina, si sale in direzione del Rifugio Franchetti. Superato il bivio per il sentiero attrezzato Ventricini a destra si prosegue, fino a trovare un blocco a sinistra con un segnavia CAI, ed una palina sul prato a destra. Si segue la vaga traccia a destra, che si arrampica faticosamente sulle balze erbose. Si segue la traccia in direzione delle prime rocce, per poi piegare a sinistra quando si incontra la prima placca della base della cresta. Aggirando uno spigolo a sinistra si giunge ad un comodissimo terrazzino, con vista sul Vallone delle Cornacchie e Rifugio Franchetti, dove si trova un cordone in clessidra che rappresenta l’attacco della via.

Relazione

Entrare nel canalino erboso del primo tiro salendo una rampa ascendente verso sx. E’ possibile proteggersi con friend medio-grandi a destra. Continuare a salire fino ad arrivare ad uno stretto camino con una parete sx verticale ma ben appigliata. Salire faticosamente il camino, cercando di non incastrarsi, proteggendosi con due chiodi di via. Uscire dal camino ed affrontare la liscia paretina a sinistra (cordone su clessidra, IV+), con arrampicata atletica, spaccando a destra, uscire dalla paretina e in breve reperire la sosta a fix (Raumer) poco sopra. Da qui è possibile partire subit0 per il secondo tiro, ma noi abbiamo preferito fare un piccolo tiro di collegamento in cresta ed arrivare poi su un terrazzino erboso dove abbiamo fatto sosta su spuntone per il secondo tiro.

Per affrontare il secondo tiro, scendere 1 metro nel canale e proteggersi usando un dado incastrato, risalire alcuni gradini erbosi utilizzando la parete di dx lavorata a grossi fori. Raggiungere una strettoia lievemente aggettante, superarla (possibile proteggere con un friend medio-grande a destra) e poi uscire a sinistra per arrivare ad una sosta intermedia a cordoni e fettucce. Da qui noi abbiamo traversato a sinistra raggiungendo una sosta a fix, e poi siamo saliti verso destra uscendo in cresta. Il tracciato originale affronta l’ultima parte della fessura direttamente in verticale e raggiunge la sosta vera e propria.

Da questo punto ha inizio il tratto di cresta che si può affrontare in conserva (anche se è sempre possibile allestire delle soste e procedere a tiri di corda).

Ci si tiene sulla cresta, o leggermente alla sua destra, sul versante che guarda la grande comba. In vista dell’anticima, si può scegliere se salirne la cima o tenersi più in basso a destra su una cengia. Nel primo caso si può affrontare una calata in corda doppia (ancoraggio in loco) che deposita in una forcella fra l’anticima e la cima vera e propria. Nel secondo caso occorre disarrampicare una piccola rampa facile alla fine della cengia.

Dalla forcella, senza percorso obbligato, ma cercando di tenersi al centro della parete, utilizzando le sue interruzioni con fessure e canalini, si affrontano le ultime placche che portano velocemente in vetta.

Discesa

Molti utilizzano questa via come discesa rapida dopo aver salito altre vie più difficili, sono numerosi gli ancoraggi per le doppie che si possono trovare lungo la cresta, ma si può anche scendere dalla Danesi (se non c’è grande traffico in salita) o per la normale.