Il Corno Piccolo è la vetta del Gran Sasso che forse più di tutte offre una vastissima gamma di vie e percorsi, tutti da non sottovalutare, data la sua forma spiccatamente “dolomitica”.
Quello che vi presentiamo oggi è un percorso impegnativo, per esperti, tutto svolto in ambiente maestoso e austero, che regala la possibilità di visuali uniche.
Si tratta di unire due delle ferrate principali del Gran Sasso, la Brizio e la Danesi, le quali, pur avendo difficoltà ritenute di escursionismo avanzato attrezzato, rappresentano due vie classiche facenti parte del patrimonio alpinistico del massiccio da moltissimi anni.
Da Campo imperatore il percorso non è eccessivamente lungo, ma necessita di esperienza, attrezzatura e buona tenuta psico-fisica.
La ferrata Brizio
Da Campo imperatore si segue il percorso fino alla Sella di Monte Aquila e alla successiva Sella del Brecciaio. Qui si incontra il bivio indicante la direzione per la ferrata Brizio.
Va preliminarmente detto che la ferrata è stata oggetto di rifacimento e messa in sicurezza. In particolare, nella parte più bassa del canale – ove la via incrocia un nevaio quasi perenne – la scaletta finale è stata sostituita con dei gradini fissi in acciaio che hanno sopperito al problema della distruzione della scaletta stessa da parte degli eventi meteorici (in passato la scaletta veniva ogni anno piegata e/o divelta dalle valanghe invernali).
Proprio per questo motivo è necessario intraprendere la via solo se dotati di attrezzatura adeguata e con la dovuta preparazione. Il nevaio quasi perenne nella parte più bassa solitamente diviene aggirabile a stagione estiva avanzata e potrebbe non essere l’unico presente durante il percorso, per cui è necessario organizzarsi per vari attraversamenti, tutti esposti.
La Brizio ha un andamento a V: in pratica, si tratta di scendere e risalire la parte più alta del Vallone dei Ginepri.
Si prende a sinistra appena dopo la Sella del Brecciaio in leggera discesa con una visuale sul Pizzo d’Intermesoli e sulla Val Maone. Subito dopo si curva decisamente a destra e la visuale cambia completamente, aprendosi sul Corno Piccolo.
La discesa si fa ripida fino all’attacco della ferrata. Per varie cenge e canalini attrezzati si arriva a un terrazzo a picco sulla parte più bassa. Qui la parete viene superata in discesa con un paio di scale (l’ultima delle quali rifatta come detto prima) che giungono sul fondo del canale. Se la stagione lo permette la neve può essere aggirata, altrimenti è necessario attraversare il canale in leggera diagonale fino a ricongiungersi con l’altra parte del sentiero attrezzato.
Giunti dalla parte opposta, si comincia a risalire verso l’incrocio tra la Via Ventricini e la Via Danesi al Corno Piccolo. Anche durante questa parte del tragitto c’è la possibilità di incontrare alcune lingue di neve da superare con la dovuta cautela.
La ferrata Danesi
Si risale il crinale fino a un cartello con l’indicazione per l’inizio della Danesi. Il sentiero parte subito con buona pendenza su scomoda ghiaia e prende quota molto velocemente attraversando alcuni canalini, fino a giungere all’attacco vero e proprio della ferrata.
La via fu tracciata per la prima volta nel 1926 dagli Aquilotti del Gran Sasso ed è stata attrezzata dalla sezione CAI de L’Aquila.
La prima parte è decisamente più bella e con connotazioni verticali, superate grazie a un paio di scalette e cavi di acciaio fino al famoso “buco”. Prima del rifacimento del 2017 il “buco” doveva essere attraversato senza zaino. Ora, invece, lo si può aggirare sulla sinistra su facile placca che ci porta dall’altra parte.
Da qui, con affacci sul rifugio Franchetti, si supera qualche altro passaggio, sempre accompagnati dai cavi metallici, fino alla base della vetta ove c’è l’incrocio con la normale.
Dalla vetta si gode di una bellissima vista sul Calderone, sul rifugio Franchetti e sul versante teramano. Per il ritorno fino alla Brizio si può scegliere anche la più lunga via normale.
È richiesta una buona dotazione di materiale alpinistico, tutta acquistabile dal nostro partner Campo Base.