Il monte Giano era un tempo noto come monte Cotischio, ed ha un’antichissima tradizione. Ai piedi del monte Giano si trovano le gole di Antrodoco, che hanno segnato in tempi più recenti il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli. Sono state teatro di diverse battaglie nella storia e tra queste è da ricordare quella risorgimentale del 1821, quando l’esercito austriaco ebbe la meglio sugli insorti napoletani guidati dal generale Guglielmo Pepe.
Il monte è caratterizzato dalla scritta DVX, riconoscibile anche dalla strada statale Salaria (anche da Roma in giornate molto belle) realizzata nel 1939 dagli allievi della guardia forestale di Antrodoco con l’utilizzo di pini neri, specie estranea alla flora locale. La “pineta” si estende per circa otto ettari e conta 20.000 alberi. Rovinata nel tempo, anche da un recente incendio (2017) è ancora leggibile. Ufficialmente piantumati con lo scopo di difendere il territorio dalle frane provocate dalle piogge, costituiva nel contempo un omaggio a Benito Mussolini.
L’itinerario parte nei pressi del Santuario Madonna delle Grotte, costruito tra il 1603 e il 1604 a seguito della scoperta nel 1601 da parte Bernardina Boccacci, una giovane ragazza locale, di un’immagine dipinta sulla roccia della Madonna con Bambino, ritenuta nel tempo prodigiosa. La tradizione è viva ancora oggi, con una processione tra l’Ascensione e la Pentecoste nella quale i fedeli portano in paese la statua della Madonna per circa tre settimane per poi riportarla al santuario.
Il percorso si svolge tra aceri e faggeti fino a circa 1700 di altitudine. Nel versante ovest dove è visibile un acero secolare. Tra le sue radici si narra vi fosse nascosto un tesoro nel periodo del brigantaggio trafugato tra le due grandi guerre.
A circa 1300 metri si incontra una chiesa costruita in quattro mesi nel 1959 dal Gruppo Alpini di Antrodoco. Una piccola costruzione dedicata alla Madonna della Julia. Ogni anno, l’ultima domenica di agosto si celebra una cerimonia in ricordo dei “caduti di tutte le guerre”.
Itinerario
Dopo aver raggiunto Antrodoco, con la strada Statale 17 in direzione L’Aquila si raggiunge il Santuario Madonna delle Grotte, si lascia la macchina presso il parcheggio “Parco beata Teresa di Calcutta”.
Alle spalle del Santuario si intraprende una sterrata segnata con il numero n°410 in direzione Nord-Ovest che sale in maniera ripida, fino ad un ben visibile percorso sulla destra che porta ad un edificio abbandonato fuori dal bosco. È importante prestare attenzione in prossimità dello stesso in quanto sono presenti numerose deviazioni che bisogna evitare proseguendo a salire verso Nord.
Si supera uno stazzo abbandonato e si prosegue a salire a zigzag fino ad incrociare un altro percorso riconoscibile da cartelli e a raggiungere un punto panoramico dal quale è possibile scorgere Antrodoco. Si è a questo punto giunti alla sottolineatura della pineta che forma la scritta DVX. Continuando ancora si incontra la Chiesetta degli Alpini e poi il Rifugio Cardellini (1350 mt) (per accedervi è necessario contattare i fratelli Cardellini). Si prosegue a salire su tornanti con numerose tracce di sentiero non essendo evidenti le indicazioni.
Si raggiunge il bordo del fosso di Cerdolimoli dove un sentiero che scende conduce all’acero gigante secolare del Monte Giano (deviazione che comporta circa 30 minuti tra andata e ritorno). Salendo ancora si supera il sentiero n°9 , si lascia il n°410 e si prosegue su ripidi tornanti fino a raggiungere la croce di Monte Giano a quota 1780 mt. Si prosegue sulla cresta verso Nord ricongiungendosi al sentiero 410. Un pendio erboso conduce fino alla vetta del Monte Giano riconoscibile dal vertice trigonometrico IGM (Istituto Geografico Militare).
Si può riscendere per lo stesso itinerario oppure compiere un percorso ad anello seguendo i sentieri numero 459, 461 e 462.