Descrivo volentieri questo itinerario che ho percorso alcune volte, sia in senso orario, sia in senso antiorario, soprattutto per allenarmi in vista di ascensioni impegnative sulle Alpi. Si tratta una poderosa galoppata di cresta che consente di percorrere le dorsali principali del gruppo con un giro ad anello magnifico, fisicamente impegnativo anche per gli escursionisti molto bene allenati. Il percorso non è difficile, ma necessita di piede sicuro e di un buon senso di orientamento. In particolare il tratto nel bosco tra il passo la Fara e i prati di San Bartolomeo, con segnaletica scarsa, che si sovrappone a quella dei cammini di Francesco e di San Benedetto, può essere fortemente disorientante.
Per quanto riguarda le tempistiche, per percorrere l’itinerario in giornata bisogna essere in grado di salire 1000 metri di dislivello in non più di 2 ore e di percorrere almeno 4 Km l’ora su terreno pianeggiante. Alternativamente si può frazionare l’itinerario in 2 giorni dormendo al rifugio Sebastiani. Nel seguito i tempi si riferiscono agli standard di cui sopra e si intendono netti (soste escluse). Laddove non diversamente specificato, i parziali vengono calcolati sempre dall’ultimo punto riferito.
Descrizione dell’itinerario
Dal punto di partenza si segue il sent. N° 402 per la Fonte della Rocca (m 1180 circa) e poi, trascurando le deviazioni per la torre Angioina (a sin.) e per il Laghetto del M. Tilia (a dx), si punta alla Prima Fossa (m 1600 circa – ore 1.10). Tralasciando i bivi a destra per il M. Tilia (sent N° 414) e la Fonte Forcella / valico del Fuscello (sent. N°414 e 424) si prosegue per la seconda e la terza Fossa, dove è situata l’omonima Malga (m 1623) e, dopo ave scavalcato il crinale Sud-Est del M. Corno, si prosegue a mezzacosta sul suo versante Sud, si oltrepassa Fonte Porcareccia (m 1530) e si giunge al Passo la Fara (m 1526 – ore 1.20).
Inizia ora il tratto dell’itinerario più difficile da seguire che si mantiene a volte sul versante Reatino della dorsale, a volte su quello della Vallonina, ma sempre in prossimità del crinale boscoso nelle cui radure spiccano, a volte, le colonnette di confine tra stato Pontificio e Regno delle due Sicilie. Evitando il bivio a destra per Fonte Petrinara e non facendosi ingannare dai sentieri di Francesco e di San Benedetto che scendono verso la piana Reatina, dopo un’ultima colonnetta (n°454) si piega decisamente a sinistra e dopo una decina di minuti si supera definitivamente lo spartiacque, lato Vallonina, fino agli evidenti Prati di Santa Maria e di San Bartolomeo con mandrie al pascolo e un tipico volubro nel centro (m 1474 – ore 1.00). Si traversano i prati integralmente in direzione Est (falsopiano in discesa) fino ad individuare intorno ai 1450 m di quota la traccia ben segnata che risale nel bosco verso il Passo del Lupo (m 1690) aggirando il M. Macchialaveta lato Nord. Si scende quindi, sempre in direzione Est, verso la “Pozza Ceca” poco prima della quale si piega a destra per la sella di Cantalice che si raggiunge dopo avere nuovamente scavalcato il crinale lato Rieti (m 1543 – ore 1.15).
Ora, in salita ripida nella faggeta, si affronta la dorsale dell’Acquasanta che culmina, fuori dal bosco con i suoi 1863 m, poco prima della selletta di Vallorgano (m 1831 – ore 0.45). Abbandonato il sent. 402 che scende al Rif. la Fossa e a Pian de Valli, si segue quindi il N°403 che lascia pochi m a sinistra la cima di Vallorgano, prosegue per la vetta dei Sassetelli e, finalmente, conduce alla vetta del Terminillo (m 2216 – ore 1.00) (Tot ore 6.15 dalla partenza; circa 23 km).
Dal Terminillo si scende per il sent. N°401 (Via Normale) verso il Rif. Sebastiani che si può tralasciare, leggermente a valle sulla destra, intercettando invece la strada asfaltata (SP10 del Terminillo) e puntando alla sterrata, chiusa dalla sbarra, che conduce alla sella di Pratorecchia (m 1875 – ore 0.45). Si imbocca quindi il sent N° 404 (SI) che, dopo una breve discesa, costeggia lungamente il versante Est della Cima Prato Cristofaro e dello Jaccio Crudele fino ad oltrepassare la sella Jacci (m 1792) e immettersi nel sent N° 439 (strada sterrata) nei pressi della palestra di roccia del Buco del Merlo (m 1830 circa – ore 0.45); si segue ora la sterrata per un paio di tornanti e poi sul versante Est del M. Porcini fino ad intercettare il sent N° 429 che, a sinistra, conduce al Rif. Majolica e al suo grande, utilissimo fontanile (m 1704 – ore 0.30).
Individuato il bivio per il sent. N° 404 (SI), si prosegue quindi a mezzacosta per i dolci pendii ondulati del M. di Cambio fino al Rif. Vallebona (m 1732 – ore 0.30), alla Fonte di Cambio e al M. Costa Acera (m 1791 – ore 0.30). Superata la Forca dei Faggi (m 1727), si segue il sentiero a mezzacosta, per un paio di Km sostanzialmente pianeggianti, in direzione Ovest, tralasciando le vette (non segnate) di Colle Prato Pecoraro (a destra) e del M. Catabio (a sinistra). Si scende quindi al laghetto della Croce (m 1590 – ore 0.45), si intercetta la strada sterrata proveniente da Leonessa e, imboccatala verso destra (Nord), si risale al Colle della Croce presidiato dalla evidente chiesa di San Giuseppe (m 1626 – ore 0,30). Infine, sempre seguendo il Sentiero Italia N° 404 si scende con ripidi tornanti, nella faggeta punteggiata dalle edicole della via Crucis, al punto di arrivo al bivio tra la SP10 turistica del Terminillo e la SP69 di Selvaplana (m 934 – ore 1,00) a 400 m circa dalla Piazza principale di Leonessa VII Aprile. (Tot ore 5,15 dalla vetta del Terminillo; circa 18 km).
Nota Bene
Volendo salire tutti i 2000 del gruppo* con questo itinerario, a meno che non si disponga di mezzi fisici da sky runner, conviene spezzare l’anello in 2 tappe dormendo al Rif. Sebastiani. In tal caso bisogna considerare le seguenti tempistiche:
Il Primo giorno: circa 1.15 ore in più per andare al M. Terminilletto (m 2108) e tornare al Terminillo (Tot ore 8,15 da Leonessa al Rif. Sebastiani.
Il secondo giorno: circa 1.30 ore in più per andare ai M. Elefente (m 2015) e Valloni (m 2005) e tornare alla sella di Pratorecchia; circa 1.00 ore in più per salire al M. di Cambio (m 2081) dal bivio per il sent. N° 429 (provenendo dal 439) al bivio per il M. Costa Acera (sent. N°404) provenendo dalla cresta Ovest del Cambio (Tot ore 7.45 dal Rif. Sebastiani a Leonessa).
L’itinerario complessivo, in tal caso, supera i 3000 m di dislivello e i 45 Km di lunghezza.
E’ consigliato seguire la traccia allegata in senso antiorario e partire molto presto, meglio di notte per arrivare al Terminillo al massimo alle 11,00, così il ritorno sarà decisamente più facile e pianeggiante riducendo la possibilità di perdersi.
(*) Raggiungibili con breve digressione, orientativamente inferiore a 1 ora di cammino andata e ritorno.