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Aperta nel 1966 da Franco Cravino e Roberto Tonini, percorre un evidente diedro-fessura che solca la parete Nord del Corno Piccolo a sinistra del Camino di Mezzo,  Iskra presenta cinque tiri di difficoltà mai superiore al V, termina sulla comba ghiaiosa; è una delle vie classiche di difficoltà più contenuta nell’area.

Avvicinamento

Dall’arrivo della funivia di Prati di Tivo (La Madonnina, cui si può giungere con la funivia, se attiva, o tramite sentiero dalla Piana dei Laghetti passando per l’arapietra) si sale brevemente in direzione del Rifugio Franchetti, fino al bivio per il sentiero attrezzato Pierpaolo Ventricini, lo si percorre per circa 300 metri, fino ad intercettare un canalone che scende dalla parete nord. Risalirlo tenendosi alla sua destra, su terrazzamenti erbosi e accenni di traccia, fino ad arrivare ad uno sbarramento roccioso; quindi traversare verso dx ed alla fine dello sbarramento, risalire verso sx in direzione dell’evidente diedro della via.

Relazione

Si entra subito nel diedro, e lo si percorre per circa 30 m fino a giungere alla sosta su tre chiodi e cordone. Lungo il tiro si incontra un chiodo di via, è possibile integrare con friend medio-piccoli. Dalla sosta si prosegue verso sinistra, sempre nel diedro, ora più verticale, tenendosi un po fuori sulla placca alla sua sx. Proteggibile con friend a destra in fessura, un ch di via. Tiro molto lungo, spezzabile in due parti, c’è una sosta intermedia. Sosta finale dopo 50 m, su fix e fittone. Terzo tiro sempre verso sinistra, prima nel diedro, poi su placca, IV+, anche questo tiro si può spezzare, utilizzando una ottima sosta su fix su placca compatta a dx. Si sosta su un comodo terrazzino ghiaioso, sotto una bella placca, che costituisce la seconda parte del tiro. Da qui si affronta direttamente la placca, tenendosi prima sulla destra, e poi sulla sinistra. Placca compatta, con pochi appigli per le mani, si traversa in salita verso sinistra, fino ad arrivare ad afferrare una bella lama; ci si protegge con due clessidre con cordone, possibile utilizzare altre clessidre o la fessura sulla destra (da allungare molto per evitare attriti). Si giunge quindi, con un breve ma esposto traverso a dx (protetto con un friend medio in alto) al termine del diedro, da cui se ne esce in spaccata, fino a giungere al terrazzino con soste in comune con le altre vie dello sperone. Si sosta tenendosi sulla sinistra. Si affronta ora il passaggio più difficile (V) verso sinistra, un chiodo sotto il masso che chiude la fessura, e poi subito fra fessura (friend incastrato, rafforzare con altro friend o nut) e placca aperta. Si prosegue poi su placca, proteggendosi con friend sulla destra, per uscire quindi sulle rocce sommitali (30 m) sosta su chiodo e fittone. Da li si può proseguire in conserva fino alla cima del pilastro o anche fare un breve tiro di collegamento con sicura su spuntone.

Parete Nord Corno Piccolo, dettaglio – Iskra e discesa – Foto di Pino Marrocco

L1 – Diedro e fessura – 30 m, III-IV 1 ch. – sosta: 2 ch
L2 – Diedro e placca – 50 m, IV 1 ch., 1 friend incastrato – spezzabile in due tiri – sosta su fix e fittone
L3 – Diedro e placca – 25 m, IV+ – ottima sosta su fix a dx (tiro spezzato in due parti)
L3 – Placca – 25 m, IV+ – due clessidre, sosta su clessidre e fix (seconda parte)
L4 – Diedro-fessura e placca – 30 m, V – 1 ch., 1 friend incastrato –  sosta su chiodo e fittone
L5 – Placca – 40 m, I-II

Discesa

Ci sono diverse opzioni per la discesa, è possibile proseguire per la vetta, attraversando la comba ghiaiosa e percorrendo la cresta terminale e poi scendere dalla Danesi o dalla normale, scendere in doppia sulla via o sulla vicina Spigolo di Paoletto, oppure, come abbiamo fatto noi, utilizzare il Camino di mezzo. Nel camino potrete trovare diverse calate per doppia in corrispondenza dei principali salti, che potrete anche disarrampicare (difficoltà di III grado). Noi abbiamo fatto tre calate da circa 30 m.

Note

La via è quasi completamente in ombra, ed essendo parete N è consigliabile portare indumenti adeguati a basse temperature. Le soste sono costituite da cordoni e kevlar che è necessario valutare con attenzione in loco, ed eventualmente rafforzare con proprio materiale.