Il monte Marcolano funge da spartiacque tra il territorio della Vallelonga e quello dell’alta valle del Sangro.
L’escursione, in questo caso percorsa in autunno con condizioni di tempo non ottimali, non presenta particolari difficoltà ed è adatta anche all’escursionista mediamente o poco allenato.
Tuttavia, risulta comunque appagante, perché presenta un percorso che si snoda tra le ampie faggete tipiche del PNALM e offre scorci mozzafiato. Non è raro incontrare fauna selvatica o tracce di presenza.
Itinerario
Si parte dal parcheggio posto nelle vicinanze del rifugio del Diavolo, sito nell’omonima località (Passo del Diavolo). La zona è così denominata a causa del vicino monte Morrone del Diavolo.
Si segue dapprima il percorso T1 direzione Cicerana su facile carrareccia.
La prima parte è dominata dalle splendide visuali del monte di Valle Caprara sulla sinistra, con la faggeta della Costa dell’Ortella, e del monte Turchio sulla destra. Si percorre la facile carrareccia, si supera una sbarra di ingresso del Parco, e dopo circa mezz’ora dall’inizio si giunge a un bivio segnalato da un cartello. Qui, se si continua dritto, si raggiunge come indicato la località Cicerana e il suo rifugio (gestito).
Si prende, invece, il sentiero R4 sulla sinistra che continua ancora su comoda carrareccia fino ad arrivare in località “lo Stazzo-Fosso Perrone”, ove è posto un altro bivio indicato da un cartello, purtroppo divelto. Il cartello indica a sinistra il vallone Lampazzo e la sorgente Puzza (sentieri T6-R5).
Si continua ancora dritto, ignorando tale indicazione e mantenendosi sul sentiero R4, e comincia un tratto più ripido immersi nella bellissima faggeta. Si può ammirare il ciclo vitale che la essa compie se lasciata intatta: a arbusti in fase di crescita si alternano esemplari via via più maturi fino a divenire marcescenti.
Si continua a salire, sempre seguendo la segnaletica bianco-rossa ben visibile, fino ad arrivare a quota 1760 m slm, in località Camposecco: si tratta di due pianori consecutivi in cui, nella bella stagione, crescono abbondanti gli orapi.
Il percorso si fa più impegnativo, ma la fatica viene ripagata quando, a quota 1846 m slm, si raggiunge una sella da cui è possibile godere di un bellissimo panorama. Se si volge lo sguardo sulla sinistra (direzione SE) si ammira la Val Cervara, uno dei siti dichiarati patrimonio dell’Unesco qualche anno orsono; di fronte (direzione SO) si hanno i Prati d’Angro e l’Aceretta, con il monte Serrone e l’ampio solco del Vallone Tasseto; se si gira completamente lo sguardo (direzione N) si ammira una parte dell’altra faggeta vetusta, la Selva Moricento (anch’essa patrimonio Unesco), con il monte Turchio e la Cicerana.
Si prosegue lungo il percorso segnato bianco-rosso: poco dopo i segni lasciano il passo agli ometti in pietra.
A quota 1898 m slm si giunge a un’altra sella ove si prende direzione SO verso l’aerea cresta, che si percorre fino al mucchio di pietre del monte Marcolano (quota 1940 m slm).