L’Appennino svela sempre nuovi luoghi inesplorati capaci di lasciare senza parole per bellezza e unicità.
È ciò che accade in questa nuova avventura.
Ci rassegniamo al fatto che l’inverno quest’anno possa essere visto solo nelle cartoline, così, lasciati da parte progetti di uscite già note con difficoltà su terreno innevato, decidiamo di recarci in una zona poco frequentata, tutta da scoprire per noi, almeno su questo versante.
Si tratta del Monte Rognone da Castrovalva, piccolo borgo semiabbandonato ma molto suggestivo, arroccato su uno sperone di roccia tra Anversa e Scanno.
Itinerario
Si può scegliere tra due punti di partenza, con itinerari inizialmente diversi tra loro, ma che si ricongiungono dopo qualche km.
Arrivati all’ultima curva a U prima di Castrovalva si parcheggia.
Qui, o si prosegue lungo la strada asfaltata che porta al cimitero (sentiero n. 20) o, proseguendo lungo la via “principale” per circa 100 m, si svolta a sinistra (sentiero n. 16) a una sbarra su una carrareccia.
Scegliamo la prima opzione e cominciamo a salire per un percorso abbastanza scomodo per la fangosità del terreno e per la rigogliosità degli arbusti che hanno a tratti praticamente ricoperto il sentiero.
Giunti a una fonte (fonte Belsito), il percorso spiana fino a ricongiungersi, come detto, col sentiero 16 in località Prata di Castro, ove si aprono degli scorci molto belli sulla catena del Sirente a nord e sulla Montagna Grande a ovest.
Ora il sentiero si fa faticoso. Infatti, volge a sinistra su un crinale ripido tra due canaletti nel bosco semidiradato di faggio. Da quota 1100 m lo sguardo si ripoggia sull’altimetro alla fine del crinale a quota 1700 m. Il tutto in quello che, a occhio e croce, sembra qualche chilometro (se non meno) di marcia.
Arrivati finalmente ad una sella in cui si intersecano tre sentieri l’altimetro è ancora a quota 1800 m.
Guadagniamo faticosamente gli ultimi 280 m fino alla croce con un’ultima e estenuante scarpinata, anche essa molto ripida.
La visuale dalla vetta ripaga tutti gli sforzi, così, dopo esserci debitamente rifocillati, intraprendiamo la via del ritorno quasi sulla stessa strada, con l’unica differenza che nel tratto finale ci immettiamo nel sentiero n. 16 ignorato all’andata.
Una volta in macchina il GPS segna 1300 metri di dislivello in 15 km circa, fatti in meno di 6 h: una bella e faticosa uscita per macinatori di km e dislivello.