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Altra uscita lunga e faticosa, ma dalla grande soddisfazione è quella che dal Valico di Barrea sale fino al Lago Vivo e si inoltra nell’alta Valle Lunga per poi toccare in cresta due delle cime più importanti del Parco, il Monte Tartaro e il Monte Altare.

Nella bella stagione non presenta grandi difficoltà, se non il necessario requisito di un buon allenamento.

In inverno va fatta attenzione alle criticità poste dall’eventuale ghiaccio presente in cresta o dalla neve molto alta nel bosco, elementi assolutamente da non sottovalutare. 

Itinerario

Si lascia la macchina sulla comoda carrareccia che dal tornante del Valico di Barrea si inerpica in direzione Sorgente delle Donne per il sentiero K6.

Dopo circa 10/15 min di cammino, si lascia a destra il sentiero K6 e si prende a sinistra il sentiero K4 che prende quota nella faggeta in direzione SO.

Il percorso sale senza soluzione di continuità fino a quota 1600 m circa dove ci si imbatte nella Madonna delle Grazie, piccola edicola votiva segnale del fatto che si è quasi giunti al primo punto di interesse paesaggistico dell’itinerario, il famoso Lago Vivo.

Infatti, dopo circa altri 20 min di cammino in leggera salita il percorso si apre in un suggestivo pianoro da cui è possibile ammirare il Monte Petroso e appena dopo dominare da una piccola altura il Lago Vivo, unico lago naturale del Pnalm, chiamato così perché si espande e ritira a seconda delle stagioni (per vederlo nella massima espansione è consigliabile recarvisi in primavera, ma anche la visione ghiacciata invernale non è da disdegnare).

Si prosegue sul sentiero K4 fino alla Fonte degli uccelli, posta poco più a valle nel compluvio delle acque che poi confluiranno nel Lago.

Da qui si ricomincia a salire nella faggeta verso il sentiero di collegamento tra il K4 e il K3 in località Selva Bella, e si esce da essa finalmente a quota 1800 m circa.

Il paesaggio si apre, divenendo quasi lunare. Si punta dritti al filo di cresta di fronte seguendo i segni biancorossi e attraversando l’ampio altipiano di quota denominato Valle Lunga, sede di combattimenti di cervi nel periodo degli amori.

Giunti in cresta si compie il lungo andirivieni tra il Monte Tartaro e il Monte Altare.

Ritorno per lo stesso percorso.