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Con il suo profilo aguzzo e roccioso, simile a un “dito” (da cui il nome), il Pizzo Deta è una delle vette più meridionali dei Monti Ernici, al confine tra il Lazio e l’Abruzzo.

L’anello proposto va affrontato con il dovuto allenamento, poiché, con vari saliscendi, si toccano più cime over 2000 m che, alla fine dell’uscita, fanno accumulare un buon dislivello.

Si può percorrere sia in estate che in inverno, naturalmente con le dovute precauzioni alpinistiche di base.

Itinerario

Si attraversa il piccolo paese di Rendinara fino ad arrivare all’imbocco del selvaggio Vallone del Rio.

Intrapreso il percorso segnato n. 625, dopo circa 1 km si giunge a una fonte (Fonte Pretestrette) e a un casotto in cemento recintato.

Qui, anziché tenersi sulla strada carrabile che si inerpica (per poi scomparire) nel Vallone, si prende il sentiero a destra che sale l’imponente crinale (n. 629), con direzione Monte Lota. In pochi chilometri si accumula gran parte del dislivello, finché, a quota 1780 m slm, si esce dal bosco in un bellissimo anfiteatro.

Pur avendo la visuale verso il versante laziale completamente chiusa, il paesaggio è davvero suggestivo, e si rimane sbalorditi di fronte alla cresta che ci contorna.

Si segue il percorso segnato fino alla croce del Monte Lota, da cui si ha un bellissimo affaccio sul paese di Rendinara. Da questo momento in avanti sarà un susseguirsi di diverse vette: dapprima il Monte Ginepro (2004 m), poi il Monte Cappello (1981 m).

La parte più dura comincia solo ora. Infatti, il percorso è stato, seppur in continua salita, abbastanza lineare fino a questo momento. Invece, continuando si affrontano una serie di saliscendi che potrebbero risultare sfiancanti a una gamba non bene in forma.

Dal Monte Cappello si perdono circa 200 m di dislivello, che si recuperano salendo alla cima più alta, il Monte del Passeggio (2064 m slm). Dal Monte del Passeggio si torna nuovamente a scendere per un centinaio di metri, che si riguadagnano per giungere alla destinazione finale, il Pizzo Deta a quota 2041 m slm.

Dalla croce si domina il versante abruzzese con un vasto panorama; dall’altro versante si domina Prato di Campoli.

Riprendendo il cammino, si ridiscende fino allo sbocco del Vallone di Peschiomacello proveniente da Roccavivi. Qui si sale a destra in direzione Monte Pratillo (2007 m), altra cima over 2000 m.

Dai 2007 m di Monte Pratillo si segue la cresta segnata bianco-rossa che si immette nella parte alta del Vallone del Rio. Si prosegue su sentiero segnato tra faggeta e pascoli fino a quota 1300 m, dove si incontra un rifugio dismesso (Rifugio Fracassi).

Dal rifugio il ritorno si svolge sulla comoda carrabile brecciata che ci riporta al luogo di partenza.