Il Santuario Madre delle Grazie della Mentorella è famoso perchè è stato visitato spesso da San Giovanni Paolo II ed è un bellissimo luogo, da visitare anche tramite un percorso a lui dedicato.

In questa pagina ci occuperemo però di un percorso alpinistico, che si svolge lungo uno degli speroni che si trovano immediatamente ad Est del Santuario; gli speroni sono ufficialmente cinque, ma il più lungo ed evidente è il primo, situato a NE.

Percorso Primo Sperone Mentorella

Per poter giungere all’attacco dello sperone, è necessario discendere un ripido vallone, molto friabile e con abbondante vegetazione. Si entra nel vallone da una sella, che è possibile raggiungere in due modi diversi, all’andata vi spiegheremo come arrivarci appena dopo essere entrati nel santuario.

L’itinerario, come molti nella zona, è stato aperto nel giugno del 1981 da Vincenzo Abbate (CAI Palestrina) e rimesso a nuovo nel 2010.

Precauzioni

L’itinerario presenta alcune sezioni di rocce “rotte” che potrebbero non essere molto stabili; è necessaria la massima attenzione, soprattutto sul facile, per evitare di smuoverle. E’ bene limitare l’affollamento lungo la via, indossare sempre il casco (ne parliamo qui) ed attendere il più possibile che la via si liberi prima di attaccare. Pur non presentando difficoltà elevate, ed anche se non è necessario “leggere” la parete per trovare la via, che è intuitiva e ben segnalata dalle tante protezioni, è opportuno ricordare che non si tratta di una via multipitch sportiva nel senso proprio del termine.

Itinerario

Parcheggiata l’auto circa 300 metri dall’entrata del Santuario, dopo una leggera discesa, entrare dal cancello principale, a sinistra si potrà notare una tabella con informazioni sull’area alpinistica (che è composta da diverse combinazioni di percorsi alpinistici, a formare delle Alte Vie). Prendere il cancelletto subito dietro alla tabella, e costeggiare il contrafforte del muro di cinta e le cantine del Santuario tenendolo sulla dx.

Perdere rapidamente quota per circa 50 metri, e poi sulla destra, dove lo sperone roccioso (il I sperone) è meno repulsivo, individuare nella vegetazione una corda rossa, che aiuta a risalire verso DX, di nuovo in direzione del Santuario. Guadagnata una sella fra il I e il II sperone, proprio dietro al Santuario, si può ora scendere nel vallone, tenendo il I sperone alla propria SX.

Si perde rapidamente quota, lungo una traccia che è indicata da alcune caratteristiche brocche di latta smaltata, fino a giungere, sulla SX, alla base dello sperone, in circa 30 minuti dal parcheggio.

“Signore dei Lecci”

Ore 1.30 – sviluppo 225 metri – 6 tiri / D- /  4c
(Vincenzo Abbate- Antonio Vasselli / 07.06.1981)

I tiro, 50 m, 4b: si attacca sul lato DX dello sperone, dove c’è la chiara scritta “Il signore dei Lecci”, in direzione dello spigolo dello stesso SX. Questo tratto è ben protetto da 3 Fix. Si prosegue sul filo della cresta fino ad incontrare un albero con un cordone (Leccio) da usare come protezione. Si prosegue sulla DX su placca (1 Fix), si prosegue poi dritto proteggendosi con un cordino su clessidra fino ad arrivare ad un piccolo strapiombo che si supera sulla DX (1 ch + 1 Fix) e giungere ad un ballatoio sotto ad un piccolo camino dove si trovano un cordone ed un Fix per la sosta.

II tiro, 25 m, II: si percorre un tratto di rocce appoggiate e instabili e, con molta attenzione, si raggiunge il filo della cresta, dove, nella parte più compatta, troviamo la sosta su un alberello (se avete una corda da almeno 70 m potete saltare questa sosta, come abbiamo fatto noi, ed andare direttamente alla III)

III tiro, 45 m, 4c: si segue lo spigolo, che diventa ancora più compatto, ma sempre protetto (3 Fix), lasciando la parte più esposta sulla sinistra, dove terminano alcuni monotiri di difficoltà più elevata. Ci si protegge anche con cordini su clessidra un po vetusti, se ne incontrano tre lungo la linea di salita. Alla fine, traversare qualche passo a DX, un po esposto, fino ad un altro cordino su clessidra e si arriva ad un ballatoio con una sosta a 3 Fix. Poco sopra un altra sosta, dopo alcune rocce più facili, con cordone su albero, in caso di affollamento della via.

IV tiro, 25 m, II: parte facile, su rocce appoggiate, ma da superare con attenzione, che porta prima ad incrociare la cengia di Hummus e poi alla sosta, sotto un diedro verticale, in un ballatoio abbastanza comodo (2 Fix)

V tiro, 50 m, 4c: si attacca il diedro sopra la sosta direttamente verso SX poi si prosegue sul filo della cresta, con passaggi più delicati (Fix)  e su rocce più lavorate (Fix + 1 ch) fino ad una sosta aerea (2 Fix; sosta evitabile, proseguire); si prosegue lungo lo spigolo fino ad arrivare ad un grosso albero con cordino, sotto cui si traversa verso DX, si supera un salto sulla SX e si arriva alla sosta su Fix e clessidre.

VI tiro, 30 m, 4b: su rocce più rotte, e in mezzo alla vegetazione (2 clessidre), si sale su un pendio erboso e su roccie a SX fino ad arrivare alla sosta su un grosso Acero (cordoni).

Discesa

Dall’ultima sosta, salire pochi metri nel bosco e poi svoltare a sinistra. Volendo si può deviare a destra e giungere così alla cima vera e propria del I sperone, con splendida vista sulla valle circostante e sul Santuario.

Dopo alcuni metri nel bosco, si trova una scala della vecchia ferrata Kircher; non è omologata ed è abbastanza instabile, se non ci si sente sicuri è meglio legarsi. Si giunge così alla sella dello Scoiattolo da cui si era scesi prima nel vallone. Puntare ancora a SX, fino ad incontrare uno sperone roccioso un po esposto attrezzato con una corda fissa (testare la tenuta prima di caricarla); usarla per guadagnare l’uscita che è nei pressi del muro di cinta E del Santuario.

Note

Questa via si pone a metà strada fra la via multitiro alpinistica e la multipitch sportiva; le protezioni sono abbondanti, ma non sempre sono a Fix. Poichè la vegetazione è piuttosto rigogliosa, l’intera cresta è invasa da ogni genere di insetto, per cui se avete particolari fobie è il caso di valutare attentamente la fattibilità.

Riferimenti: