Prosegue l’esplorazione del Terminillo, dopo aver salito lo scorso anno la Via dello Sperone Centrale (anche nota come Via dell’Autunno) abbiamo deciso di affrontare una via sullo stesso Sperone Centrale ma con difficoltà superiori e roccia migliore, la Via dello Spigolo al Terminillo.
Avvicinamento
L’avvicinamento allo sperone, inconfondibile, al centro della parete Est del Terminillo, può avvenire in diversi modi ma tutti, essendo un percorso estivo, devono fare i conti con una faticosa risalita di un ghiaione di pietre molto instabili.
Abbiamo scelto di approcciare la parete dal lato destro del canale centrale, aggirando la testa della morena glaciale, ben visibile già dal rifugio Sebastiani; questo comporta l’attraversamento di un labirinto di massi di medie dimensioni molto instabili. Arrivati sulla verticale dello sperone su cui passa la Brucchietti (itinerario invernale, vedi la nostra scheda riepilogativa dei percorsi invernali: Salite Alpinistiche Invernali del Terminillo) si procede, zigzagando, in direzione della parete, per giungere su terreno ripido ma più stabile. Si risale quindi il canale centrale, tenendosi sul lato destro, e giunti all’altezza dello Sperone Centrale, si traversa verso sinistra passando sopra una caratteristica roccia, ben visibile anche in inverno; circa 30′ dalla strada che porta alla Sella di Leonessa, qualche segnale triangolare giallo. Si supera l’attacco della via dello Sperone Centrale, contrassegnato con un triangolo verde, e si ricomincia a salire sulla sinistra, superando uno strettissimo canale che divide in due lo sperone stesso (canale di interesse esclusivamente invernale) fino a giungere all’attacco, su un pilstro con una bella placca protetta da un chiodo e da un fittone resinato a circa 5 m di altezza.
Relazione della salita
Come relazione base abbiamo utilizzato quella presente nel volume “Passi di V” scritto da Cristiano Iurisci (attualmente non disponibile, ma sappiamo che la seconda edizione è in fase di lavorazione).
Il primo tiro oppone subito una bella placca, molto solida, verticale, difficile ma ben protetta (2 ch e un fittone), valutabile in V. Subito dopo ci si tiene sul filo dello spigolo, su rocce più rotte fino ad aggirare sulla sx uno strapiombetto e giungere in sosta (fix + ch, scomoda); la sosta si può saltare facendo un unico tiro da 55 m, ma l’attrito delle corde è da tenere sotto controllo. Noi abbiamo deciso di fare questa sosta a circa 30 m. Dalla sosta si riparte sullo spigolo, su rocce solide, ma articolate (1 ch), fino ad arrivare ad uno strapiombetto ben appigliato e protetto da due chiodi. Il secondo tiro prosegue con un traverso verso sx ad arrivare ad una bellissima placca esposta (diversi chiodi) che si supera con bella arrampicata (V) per uscire alla destra del grosso tetto che chiude il pilastro. Si aggira verso destra sul facile (variante di V che affronta direttamente la soprastante fessura strapiombante e salta la sosta) per arrivare alla sosta (2 fix) in comune con la Via dello Sperone Centrale su comoda cengia. Da qui si può scegliere di andare dritti sopra la sosta (raccordandosi con la variante precedente) con passaggi di V da proteggere, o più a destra, su una fessura di IV+ da proteggere o ancora più a destra, sul facile, protetti da un chiodo, fino ai prati sommitali, dove si giunge all’ultima sosta con cordone su spuntone e maglia rapida. Attenzione a non smuovere sassi con le corde. Nel complesso una bella via, con roccia molto solida sulle difficoltà (soprattutto la bellissima placca) e qualche tratto delicato, soprattutto sul primo tiro.
Descrizione della via
Lamberto Brucchietti, Alberto Bianchetti, 16 agosto 1973.
Difficoltà: D+; III-IV, tre passaggi di V Lunghezza: 100m Tempo per la sola via: 2-3h; Tempi totali: 4-5h