La seconda spalla del Corno Piccolo è l’estrema propaggine nord, a destra guardando da Prati di Tivo, che sembra quasi marginale confrontata con il resto della montagna.
Ma avvicinandosi ad essa, la levigatezza della roccia, e la sua compattezza, fanno intuire da subito che si tratta di uno splendido terreno di gioco, alpinisticamente parlando.
L’avvicinamento è molto semplice, e può avvantaggiarsi dell’utilizzo della telecabina di Prati di Tivo, che in pochi minuti fa guadagnare quota e porta a circa 2000 m; in pochi minuti, salendo verso il Rifugio Franchetti, si intercetta verso destra il Sentiero attrezzato Pier Paolo Ventricini che si imbocca e si segue fino ad arrivare in vista della parete N della seconda spalla. Si abbandona il sentiero senza giungere alla parte attrezzata, e seguendo le tracce si procede in direzione di un evidente masso triangolare staccato dalla parete. L’attacco si trova subito dietro alla sua destra.
Descrizione itinerario e difficoltà
La via è stata aperta, come il nome suggerisce, dal gruppo alpinistico degli Aquilotti di Pietracamela, nel 1974; in particolare questa via venne aperta da Lino D’Angelo, Enrico De Luca e Dario Nibid. Per ulteriori informazioni sull’attività alpinistica degli Aquilotti si rimanda a questo documento, disponibile sul sito Vecchiegloriegransasso.
L1 40m: si attacca direttamente una placca a destra del masso staccato, fino a giungere ad una fessura (5b, 4 ch + 1 spit) che si esaurisce su una rampa che procede verso sx. E’ possibile integrare con friends medio piccoli. Sosta alla fine della rampa, su un terrazzino abbastanza comodo alla base della caratteristica fessura a forma di “Z”. Sosta con 2 ch e una clessidra.
L2 40m: si attacca direttamente la fessura a forma di “Z”, abbastanza faticosa (3 ch, 5a); si consiglia di non incastrarsi troppo e mantenersi un po esterni. E’ possibile proteggersi con un friend BD 1 direttamente nella prima parte della fessura. Si supera una costola a destra, clessidra e 1ch III, e poi ancora in un canalino facile a sinistra, fino ad arrivare alla comoda sosta, su una cengia in vista di un tettino.
L3 30m: si sale dritti su facile placca, in direzione dell’estremità dx del tettino sovrastante. Lo si supera su rocce un po rotte (2ch, IV), si prosegue verso sinistra su un canalino facile (III) fino ad arrivare ad una comoda sosta (2 ch), con una bellissima vista sulla parete N della Prima Spalla e in direzione dell’evidente masso che costituisce il forcellino di arrivo della via.
L4 40m: si prosegue prima dritti e poi in diagonale verso dx (III, clessidra e ch), fino alla base del masso appoggiato che forma la forcella della Morandi-Consiglio. E’ possibile aggirare il masso a sinistra o a destra, come abbiamo fatto noi, con un passaggio un po esposto e delicato poco protetto. Ignorate il chiodo in alto, sul masso, che appartiene ad altra via e vi porta su un passo di difficoltà superiore. Aggirato il masso a destra, ci si sposta nella forcella, dove si sosta comodamente. La via termina ufficialmente qui, ma è possibile giungere in cima alla spalla usando gli ultimi due tiri della Morandi-Consiglio, come abbiamo fatto noi, o procedere dritti sulla placca soprastante (Via delle Due Generazioni) come dovrebbero aver fatto i primi salitori; dal documento sopra riportato:
Un secondo difetto della guida Abbate-Grazzini riguarda la ‘Aquilotti’74’ che ho salito con Enrico De Luca e Dario Nibid: non si può scrivere che arrivati al forcellino della via Morandi “abitualmente” si prosegue per questa e che la nostra via risaliva “invece” la placca sovrastante: un minimo di rigore storico avrebbe imposto di riportare interamente lo sviluppo della ‘Aquilotti 74’ indicando semmai, ma solo marginalmente, che dal forcellino chi vuole può lasciarla.
L5 50 m: si sale la placca soprastante il forcellino (III) per poi intercettare una comoda rampa ascendente verso dx (II) che si percorre tutta fino a quando si interrompe e si sosta su spit; durante la rampa si incontra una sosta che è possibile sia utilizzabile per una calata, ma che non fa parte della via.
L6 25 m: si sale in una piccola fessura (III+ 1 ch) e poi verso destra, su facile placca appoggiata (II 1 ch) fino alla cima della spalla
Discesa
Direttamente dalla cima della spalla, su ancoraggi misti fix e cordoni, con una doppia da 30 m fino alla sosta de “Le due generazioni” (attenzione a possibili incastri direttamente sulla cima) e poi con un altra calata fino al forcellino (queste due calate possono essere unite con una sola calata da 60 m); poi con un altra doppia dietro al masso del forcellino e più giù con un altra doppia lungo la via che deposita direttamente alla base della parete. Complessivamente quattro calate.
Alternativamente dopo la prime due doppie è possibile calarsi nel canalino a sinistra che si congiunge più in basso con il canale Bonacossa, che divide prima e seconda spalla, e che riporta velocemente sui pendii dove passa il sentiero Ventricini (passaggi di II, ancoraggi per doppie).